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Stanno accadendo fatti strani all’interno del settore del fumo elettronico. Siti hackerati, fatture spammate, lettere minatorie, gruppi clone. Ma Big Tobacco, Aams e organizzazioni pro-tabacco non c’entrano nulla. I protagonisti, nel bene e nel male, sono gli stessi addetti del settore. Tra personalismi, antipatie, invidie e concorrenze più o meno sleali, stanno dimostrando una bassezza e una piccolezza difficile da comprendere. E altrettanto difficile da giustificare.
Qualcuno potrebbe sostenere che a muovere gli egoismi sia un sentimento di rabbia e sopraffazione che va avanti ormai da tre anni. Se fosse vero bisognerebbe reagire facendo gruppo, giocando compatti vestendo i colori della stessa squadra. Per assurdo, l’escalation di stupidità (permetteteci il termine) è avvenuta dopo il pronunciamento della Consulta. Invece di esultare tutti insieme per il punto segnato si è pensato di cominciare a giocare una partita singola, ognuno per conto proprio e per le proprie esigenze. Anziché far quadrato e approfittare delle condizioni per la prima volta positive, si è pensato bene di agire all’insegna del “futti cumpagnu”. Ovvero: la tassa è anticostituzionale, ora ognuno pensi per sè e ogni mezzo è lecito.
Quando un mercato è saturo è il mercato stesso che fa selezione e detta le condizioni. I migliori (o i più forti, o i più grandi, o i più fortunati) dettano la linea, gli altri sono costretti a inseguire. Fino a quando avranno fiato resteranno al passo poi inesorabilmente saranno destinati ad essere distanziati. Questo non vuol dire, però, abbandonare la competizione. Significa semplicemente continuare a gareggiare ponendosi obiettivi mirati ai proprio limiti. Non possiamo essere tutti numeri uno.