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Ecig, all’Università del Michigan piace vincere facile

L’università del Michigan, in collaborazione con l’ospedale pediatrico nazionale, ha diffuso oggi i risultati su una inchiesta  condotta sulla sigaretta elettronica. Il campione degli intervistati era formato da genitori e da under 18. Domande semplici a risposta multipla. I risultati sembrerebbero condannare il libero utilizzo della sigaretta elettronica, sembrerebbero chiedere una tassazione e sembrerebbero volere introdurre il divieto di vendita e utilizzo.

Schermata 11-2457343 alle 16.06.20Sembrerebbero, però. Abbiamo non a caso utilizzato il condizionale. Perché se è pur vero che più del 90 per cento dei genitori e dei ragazzi intervistati pensano che l’ecig possa essere perciolosa quanto la sigaretta tradizionale; se è pur vero più dell’80 per cento degli intervistati vorrebbe il divieto di vendita e consumo per i minori e negli uffici e nei luoghi al chiuso aperti al pubblico; se è pur vero che più del 70 cento vorrebbe tassare la sigaretta elettronica almeno quanto il tabacco tradizionale; è anche vero altresì che soltanto il 14 per cento dei genitori e il 9 per cento dei minori intervistati hanno usato almeno una volta la sigaretta elettronica. In sostanza, si è chiesto ad una platea di non fumatori cosa pensasse della sigaretta elettronica pur non sapendo cosa stesse giudicando. Se questo sondaggio ha una validità, ce l’ha per dimostrare quanto il pregiudizio possa influire sulle opinioni. E come un campione “ben scelto” possa far propendere i risultati finali verso una tesi magari già sostenuta dal committente ancora prima di analizzare le risposte. E se analogo sondaggio lo facessimo ribaltando le rappresentanze, formando cioé il campione con l’85 di vapers?

Queste le domande, le risposte e, soprattutto, il campione rappresentativo.

Qui l’evidenza data dall’Università del Michigan

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