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Molto sta facendo discutere la ricerca pubblicata dalla Scuola di salute pubblica di Harvard secondo cui i liquidi per vaporizzazione sarebbero molto nocivi per la salute. I ricercati statunitensi hanno analizzato cinquantuno di aromi, sottoponendoli a numerosi esami di laboratorio. Nonostante risalgano allo scorso mese di maggio, i risultati sono stati pubblicati soltanto lo scorso 8 dicembre.
In 47 dei 51 liquidi analizzati risulta che siano state trovate tracce di almeno un componente chimico. Si aggiunge inoltre che 37 liquidi hanno superato il limite di rivelabilità. Ma cosa significa? Nella sua stesura originaria viene definito come “limit of detection”, ovvero “la più bassa concentrazione di analita in un campione che può essere rivelata nelle condizioni sperimentali del metodo, ma non necessariamente quantificata”. In altre parole, un conto è scoprire che è presente una sostanza, un altro conto è dedurre che faccia male o meno. Anche le conclusioni della ricerca lasciano un po’ perplessi: viene sostenuto che nei liquidi sono stati ritrovati elementi potenzialmente nocivi ma non in quale misura. Elementi che, anche in questo caso senza dire in che misura, possono essere pericolosi per la salute umana. Dai ricercatori di Harvard ci saremmo aspetti argomentazioni un po’ più convincenti rispetto ad un sillogismo assai banale.