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di Barbara Mennitti
Il numero dei consumatori della sigaretta elettronica è quasi raddoppiato negli ultimi tre anni; la crescita è dovuta dalla percezione di un vantaggio alla salute rispetto alle sigarette di tabacco; i consumatori stanno lentamente abbandonando gli aromi tabaccosi e si spostano verso liquidi a basso dosaggio di nicotina. Queste sono le principali conclusioni del rapporto “E-cigarette an emerging category” appena pubblicato dalla società di consulenza britannica Ernst &Young su commissione di Nicoventures. L’Italia però segna un andamento controcorrente: è l’unico Paese ad avere minore crescita rispetto il 2013, anche se in misura leggermente superiore al 2014. Questo probabilmente è dovuto all’incertezza normativa e fiscale vissuta proprio in questi ultimi due anni.
Il rapporto ha preso in esame i sette paesi che rappresentano il 75 per cento del mercato globale: Italia, Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Russia e Corea del Sud. In questi mercati gli utilizzatori di ecig sono passati complessivamente dai 2,8 milioni del 2013 ai 5,1 milioni del 2015: una crescita dell’86%. In alcuni mercati come il Regno Unito i vapers rappresentano addirittura un quinto di coloro che utilizzano prodotti da combustione del tabacco.
La crescita è guidata da fattori diversi. Il più importante è certamente la convinzione che l’ecig causi meno danni alla salute rispetto alle sigarette di tabacco. Ne è convinto un vaper su due (il 51 per cento), mentre il restante 49 per cento dichiara che la sigaretta elettronica lo aiuta a ridurre il fumo. Altro fattore importante nella scelta della sigaretta elettronica è il confronto con il prezzo di quelle tradizionali. I Paesi in cui i prodotti del tabacco costano di più sono proprio quelli che registrano una maggiore penetrazione dell’ecig, dato già rilevato da molti studi indipendenti. Per quanto riguarda gli strumenti, le preferenze dei consumatori si sono spostate verso i device “modulari”, che permettono una maggiore personalizzazione. Sono scelti dal 62 per cento dei vapers, il 35 per cento usa ancora le e-cig ricaricabili, mentre solo il 24 per cento adopera ecig usa e getta. Più di un vaper su dieci, tuttavia, usa più di un tipo di strumento. Gli acquisti vengono effettuati prevalentemente nei negozi specializzati (37,5 per cento); si getta invece sull’online il 23 per cento dei consumatori. Le tabaccherie incidono per l’11 per cento.
Venendo ai liquidi, il gusto dei consumatori si sposta verso gli aromi fruttati o dolci. In tutti i mercati presi in esame, il numero di chi preferisce questi gusti supera quello di chi svapa aromi tabaccosi.
È la Francia a registrare la più alta percentuale di consumatori di liquidi al tabacco (34 per cento), mentre la Corea del Sud col suo 20 per cento ne consuma meno di tutti. L’Italia è al 29 per cento.
Si abbassa anche il consumo di nicotina: nel complesso il 73 per cento dei consumatori utilizza liquidi a basso dosaggio, mentre il 16 per cento svapa a zero nicotina. Sorprendentemente il Paese con il più alto consumo di liquidi nicotine-free è l’Italia con il suo 23 per cento (dato che fa sorgere il dubbio che sia stata la tassazione a influire sulla scelta), mentre quello più basso si registra in Polonia (10 per cento).
Nel 2015 in tutti e sette i mercati presi in esame ben il 79 per cento dei consumatori si è rivolto a negozi fisici – soprattutto specializzati – sia per l’acquisto di sigarette elettroniche che per i liquidi di ricarica.