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Medici Usa, sigaretta elettronica importante alleato per la salute

Il dottor Anselm, direttore sanitario di Health Republic Insurance of New Jersey, rileva che negli Stati Uniti sono circa 24 milioni e mezzo gli adulti che utilizzano l’ecigarette. Un terzo di questi ha smesso completamente di fumare. E auspica che anche negli States venga sostenuta e promossa come accade nel Regno Unito.

L’utilizzo della sigaretta elettronica per smettere di fumare e ridurre i rischi legati al consumo del tabacco è diventata la regola culturale fra gli adulti. Invece di combatterla, dovremmo fare quello che la nostra controparte ha già fatto nel Regno Unito: sostenerla e trovare modi per renderla ancora migliore”. Lo scrive Edward Anselm, direttore sanitario di Health Republic Insurance of New Jersey ed esperto di lotta al tabagismo, in uno studio curato per il think tank americano R Street Institute del quale è senior fellow.
anselmNel documento Anselm rileva che negli Usa sono circa 24 milioni e mezzo gli adulti che utilizzano l’ecigarette. Un terzo di questi ha smesso completamente di fumare, mentre tre quinti continua a consumare anche sigarette tradizionali. Insomma, la sigaretta elettronica sembrerebbe uno strumento da cavalcare per la lotta al tabagismo, visto anche che ormai sta diventando opinione condivisa anche nella comunità scientifica globale che l’ecig fa almeno meno male del tabacco combusto.
Eppure non è così e Anselm sottolinea l’approccio differente delle autorità sanitarie britanniche e americane. Mentre le prime, dopo che Public Health England aveva dichiarato che il vaping è del 95% meno dannoso del fumo, raccomandano ai fumatori l’uso della sigaretta elettronica, in Usa si va invece nella direzione opposta. Infatti la Food and Drug Administration ha recentemente promulgato una regolamentazione che, imponendo pesanti costi all’industria del vaping, rischia di fatto di ucciderla.
Alla base di questo diverso comportamento ci sarebbero, secondo l’autore, profonde differenze culturali nell’approccio alla salute pubblica dei due Paesi. Mentre il Regno Unito ha sempre guardato con favore alle politiche di riduzione del danno nel campo delle dipendenze, gli Usa sono stati sempre più scettici in materia e le autorità tendono a non intraprendere alcuna azione finché non si dimostra che uno strumento è totalmente sicuro.
Eppure, conclude Anselm, i medici americani dichiarano che i loro pazienti fumatori chiedono insistentemente informazioni sulle sigarette elettroniche e un buon numero di dottori (fra uno e due terzi del totale) ne consiglia l’utilizzo. È per questo che l’autore si augura un cambiamento drastico nell’approccio alla sigaretta elettronica, che dovrebbe essere considerata un importante alleato contro il fumo e i suoi danni. Cambiamento che però, bisogna purtroppo constatare, ancora non si scorge all’orizzonte.

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