© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
di Stefano Caliciuri
Dopo la Camera tocca al Senato discutere di sigarette elettroniche. Al Question time di Adriana Galgano della scorsa settimana, ha fatto seguito nella seduta di mercoledì 26 ottobre una interrogazione alla camera alta del Parlamento a firma Paola Pelino e Maria Rizzotti (Forza Italia) rivolta ai ministri Lorenzin e Padoan, rispettivamente delegati alla Salute e all’Economia. In particolare, l’attenzione delle senatrici è rivolta all’avvicinarsi della data del 20 novembre, giorno in cui in Italia entrarà in vigore de facto la Direttiva europea sui tabacchi. Secondo «notizie in possesso delle interroganti – riporta il testo – non risulterebbero ad oggi pervenute le modalità attraverso le quali i produttori possono sottoporre all’Istituto superiore di sanità e all’Agenzia delle dogane e dei monopoli gli studi e le analisi richieste, né la convocazione di tavoli tecnici di discussione e confronto presso l’Istituto superiore di sanità».
Nella lunga premessa, Pelino e Rizzotti paventano il rischio che le norme, generiche e stringenti allo stesso tempo, possano essere state pensate per favorire Philip Morris, unica multinazionale a produrre una sigaretta di seconda generazione che non vaporizza liquido ma riscalda tabacco. Occorrerebbe dunque «massima trasparenza, affinché il decreto attuativo non risulti essere, a conti fatti, un vestito confezionato su misura e concepito per uso esclusivo di Philip Morris che, peraltro, già beneficia di uno sconto fiscale pari al 50 per cento rispetto ai prodotti tradizionali del tabacco da combustione, proprio in attesa che si definisca un quadro regolatorio certo rispetto al quale la valutazione di impatto tossicologico è elemento essenziale». Visto che «l’obiettivo di giungere entro il 20 novembre 2016 ad una disciplina coerente delle modalità di indagine valutativa, così come richiesto dal decreto legislativo n. 6 del 2016» sarebbe già «ampiamente compromesso», le senatrici chiedono ai ministri Lorenzin e Padoan «in quale maniera intendano giustificare la mancata attivazione dell’Istituto superiore di sanità e, di conseguenza, il mancato coinvolgimento dell’industria e delle altre istituzioni responsabili dell’attuazione e dell’esecuzione degli obblighi previsti» e «come intendano garantire che il provvedimento non sia in alcun modo lesivo, limitativo o distorsivo della concorrenza di mercato, evitando barriere all’ingresso e scongiurando la prospettiva che la norma possa favorire un unico attore o, peggio, un unico prodotto».