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Apple banna la sigaretta elettronica dall’App store

L'azienda di Cupertino ha deciso di non accettare più applicazioni o aggiornamenti che possano incentivare o diffondere l'utilizzo di strumenti atti a inalare la nicotina. Il primo ad averne fatto le spese è il sito inglese Planet of the Vapes

di Barbara Mennitti

Ad Apple non piace il vaping. Questo emerge dalla nuova decisione di rifiutare nuove applicazioni o aggiornamenti di app già esistenti che abbiano contenuti in qualche modo correlati alla nicotina. Lo ha scoperto il sito inglese Planet of the Vapes che da tre anni ha una app che raccoglie i contenuti del suo forum scaricabile sia su sistemi Ios che Android. Lo scorso novembre, il sito aveva inviato ad Apple un aggiornamento per l’applicazione. Silenzio per oltre due mesi fino alla sera del 24 gennaio, quando il team app review si fa vivo con un messaggio: “Abbiamo riscontrato che la vostra app facilita la vendita o promuove l’uso di tabacco o di attrezzature collegate alla nicotina, comprese – ma non solo –  sigarette, pipe, narghilè e/o sigarette elettroniche, cosa non permessa nell’App Store.” Il messaggio si concludeva con l’invito a consultare le linee guida dell’App Store e a modificare il contenuto dell’applicazione in base ad esse.
Cosa che lo staff di Poftv ha prontamente fatto, ma solo per scoprire che “le app non possono incoraggiare il consumo eccessivo o illegale di droghe o alcool; o incoraggiare i minori a consumare droga, alcool e tabacco; non è permesso nemmeno facilitare la vendita di marijuana” (paragrafo 1.4.3). Pensando ad un errore in buona fede, lo staff ha risposto ad Apple, sottolineando che nelle regole non compare alcun divieto sulle sigarette elettroniche e che comunque loro si rivolgono ad un pubblico di ex fumatori che ha scelto uno strumento dichiarato del 95 per cento meno dannoso del tabacco. “Non incoraggiamo l’uso eccessivo di droga, discutiamo solo l’uso di droghe legali (la nicotina è una droga legale proprio come la caffeina) e applichiamo strettamente il divieto ai minori di 18 anni – di certo non incoraggiamo l’uso da parte di minori”. Il messaggio si concludeva con la richiesta di specificare quali punti delle linee guida erano stati infranti.
Quasi due giorni dopo Poftv è stata contattata telefonicamente dal team Apple che ha specificato che “è una modifica della nostra politica. Succede di tanto in tanto. In passato andava bene, ma ora non accettiamo più contenuti sul tabacco e la nicotina. Vale per le nuove app e per gli aggiornamenti di quelle già esistenti”. Dietro richiesta, la signora Erica di Apple ha specificato che questo “non si trova sul sito e non sono a conoscenza di progetti di modificare le linee guida pubblicate”. “È una decisione aziendale – ha chiosato – e noi non ci addentriamo nelle motivazioni di questa decisione”.
Non è una grande decisione aziendale – commenta Planet of the Vapes – per chi ha investito tempo e denaro nel mercato delle app”. E come dargli torto. Soprattutto visto che, secondo le ricerche dello stesso sito, sull’app store Apple si trovano 1210 applicazioni sul gin, 4650 sulla birra, 6210 sul vino e un numero sterminato sul gambling (quello che un tempo si chiamava gioco d’azzardo). Moralismo a corrente alternata, insomma. Per ora chiunque nel settore del vaping abbia in mente di investire risorse nella creazione di un’applicazione Ios, farebbe bene ad assicurarsi di non vederselo poi rifiutato. Nella speranza che la decisione di Apple rimanga un caso isolato e non sia seguita da altre aziende del settore. Altrimenti faremmo bene a prepararci all’era dello Stato etico digitale.

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