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Sigarette elettroniche: l’Europa pensa alla salute, l’Italia a far cassa

In vista della revisione della Direttiva europea sui tabacchi, ma soprattutto alla vigilia dell’armonizzazione fiscale dei prodotti da fumo e del vaping, le multinazionali stanno facendo i primi passi istituzionali in seno all’Unione europea per far sentire la loro voce e sostenere la causa della riduzione del danno.
Convegni, conferenze scientifiche, tavoli di lavoro, incontri formali: a Bruxelles in questi ultimi tempi le parole che vanno per la maggiore sono “sigaretta elettronica” e “vapore”. Dopo l’appuntamento organizzato dal parlamentare italiano Giovanni La Via (Ppe) e supportato dal comitato scientifico internazionale sulla sigaretta elettronica coordinato da Riccardo Polosa, le aule comunitarie hanno ospitato ieri un convegno di approfondimento che ha visto la partecipazione del medico Konstantinos Farsalinos, della deputata popolare lituana Laima Liucija Andrikienė e di Yasuhiro Nakajima, referente di Japan Tobacco International per i prodotti a rischio ridotto. Il momento di confronto è stato organizzato da Euractiv, opinion maker leader in seno all’Unione. Imperial Brands, azienda madre di Fontem Ventures, ha invece più volte sostenuto la causa del vaping palesando la necessità che non debba essere tassato alla pari del tabacco.
L’obiettivo degli appuntamenti è veicolare il messaggio della riduzione del danno, coinvolgendo gli interlocutori politici e istituzionali affinché apprendano gli strumenti e le tematiche del vaping, sensibilmente differenti dai prodotti del tabacco. I dibattiti europei, al contrario da quelli italiani, mettono al centro della discussione la tematiche della salute e della riduzione del danno. L’Italia, invece, punta il dito sempre e solo alla questione erariale. E’ questa la grande differenza tra un legislatore lungimirante ed uno che vuol gestire l’emergenza. Quando e se l’Italia cambierà il punto di osservazione probabilmente muterà anche la considerazione nei confronti del vaping. Al momento è visto come un settore utile a far cassa; in futuro potrebbe diventare un settore utile alla salute di tutti i cittadini. E di conseguenza anche alle casse statali che gioverebbero del risparmio in termini di risparmio della spesa sanitaria. Le multinazionali del tabacco lo hanno capito già da tempo e lo annunciano platealmente anche con appelli alla riduzione del danno. D’altronde, il loro ingresso nel mercato del vaping ha un fortissimo significato di previsione dell’andamento dei consumi. Pianificando una strategia commerciale a lunga scadenza, le multinazionali del tabacco stanno sin da ora dicendo che il futuro sarà appannaggio della sigaretta elettronica. Ma non c’è peggior sordo di colui che non vuol sentire.

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