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Da British American Tobacco nuovo studio sulla riduzione del danno

Lo studio clinico ha coinvolto 180 persone ed evidenzia che la riduzione del livello di sostanze chimiche nocive nel vapore del riscaldatore glo si traduce in una riduzione dell’esposizione per gli ex fumatori che lo utilizzano.

Anche British American Tobacco è impegnata nella diffusione del messaggio di riduzione del danno. Dopo aver più volte esaminato le sigarette elettroniche, ora gli esperti della multinazionale britannica hanno messo sotto esame i riscaldatori di tabacco. Lo studio condotto dagli esperti ha messo al centro il dispositivo glo di Bat ed ha evidenziato che il suo utilizzo da parte di ex fumatori riduce sostanzialmente l’esposizione alle sostanze chimiche nocive legate al fumo. In alcuni casi, i livelli di riduzione delle esposizioni sono risultati analoghi a quelli registrati in chi ha smesso completamente di fumare. È ampiamente riconosciuto che la maggior parte dei rischi associati al tabacco è causato dall’inalazione di sostanze chimiche nocive che si sprigionano con la combustione. Per questo British American Tobacco si è dedicata allo sviluppo e alla vendita di una gamma di prodotti a potenziale rischio ridotto: tra questi anche glo, un prodotto a tabacco riscaldato che, secondo studi precedenti, contiene il 90-95% circa di sostanze chimiche nocive in meno rispetto al fumo di sigaretta. I risultati di questo studio clinico, che ha coinvolto 180 persone, evidenziano che la riduzione del livello di sostanze chimiche nocive nel vapore si traduce in una riduzione dell’esposizione, per i fumatori che smettono di fumare e passano a glo“, ha affermato il dottor James Murphy, responsabile del dipartimento Reduced Risk Substantiation di British American Tobacco. “Questi risultati sono molto incoraggianti – ha spiegato Murphy – Il prossimo passo consisterà nel determinare se la riduzione dell’esposizione si traduce in una conseguente riduzione dell’effetto biologico e, a sua volta, in un calo degli effetti nocivi per la salute dei fumatori”. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nicotine & Tobacco Research e vengono presentati oggi, in occasione del Global Forum on Nicotine a Varsavia, in Polonia.
Lo studio si è svolto in una clinica in Giappone per un periodo di 7 giorni. Allo studio hanno preso parte 180 persone, tutti fumatori da almeno tre anni. Per i primi due giorni, i partecipanti hanno continuato a fumare normalmente e sono state effettuate le analisi delle urine, per misurare i biomarcatori selezionati dell’esposizione. Inoltre, sono stati raccolti e analizzati anche dei campioni di sangue e sono stati effettuati dei test sul respiro. Nei successivi 5-6 giorni, è stata effettuata una selezione randomizzata dei partecipanti in tre categorie, ai quali è stato chiesto di continuare a fumare, di passare completamente a glo o di smettere di fumare. Sono stati nuovamente raccolti e analizzati campioni di urine, di sangue e del respiro. L’esposizione a sostanze chimiche nocive contenute nel fumo di sigaretta è stata determinata misurando i livelli di alcune sostanze chimiche presenti nelle urine. Queste potrebbero essere le sostanze chimiche stesse o i loro metaboliti – quello che poi resta una volta che sono state scomposte dall’organismo – chiamati biomarcatori di esposizione. I prodotti chimici misurati includevano alcuni di quelli identificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quali fattori di rischio propri del fumo di sigaretta. I risultati mostrano che, nei fumatori che sono passati al riscaldatore, si è ridotta la concentrazione di alcune sostanze chimiche nelle urine. In alcuni casi, queste riduzioni sono risultate analoghe a quelle registrate nei soggetti che hanno smesso di fumare. Questi risultati suggeriscono che i fumatori che sono passati al riscaldatore di tabacco sono stati esposti a meno sostanze chimiche dannose. In alcuni casi, la loro esposizione è stata la stessa di quella riportata da chi aveva completamente smesso di fumare.

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