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Iqos3 esce anche in Italia e il Sole 24 Ore intona il peana

Non si mette in dubbio la buonafede del giornalista Carrer, professionista autorevole e rispettabile, però c'è una sottile (ma sostanziale) differenza fra l'informazione e le lodi sperticate.

Non è mai carino parlare male di colleghi che scrivono su prestigiose testate. Però questa volta la misura è stata superata. Il Sole 24 Ore, testata di riferimento di Confindustria, pubblica un articolo di presentazione di Iqos3, il nuovo riscaldatore di tabacco di Philip Morris che in Italia sarà lanciato a metà novembre. Il testo è farcito di locuzioni che vanno ben oltre l’informazione. Già l’attacco del pezzo dice tutto: “Questa volta anche gli inguaribili fumatori non avranno scuse per non provare, se non a smettere, a passare al tabacco che non brucia e fa molto meno male alla salute. Philip Morris International ha lanciato oggi a Tokyo la terza generazione del sistema IQOS, con due nuovi prodotti che arriveranno in Italia a metà novembre e si presentano più “user-friendly”, eliminando quei piccoli inconvenienti e seccature che funzionavano finora appunto come pretesto al fumatore per non abbandonare la classica sigaretta“. A cui fa seguito un invito ben più – giornalisticamente – disinvolto: “Davvero da provare la versione IQOS 3 MULTI“. Nell’articolo non mancano neppure i riferimenti ai competitor di Philip Morris. Ma non bisogna preoccuparsi, nonostante “la competizione si è fatta accesa” la multinazionale biancorossa “non a caso ha introdotto oggi in Giappone una linea di stick a prezzo più basso, dopo che British American Tobacco e Japan Tobacco hanno di recente tagliati i prezzi per i loro dispositivi“. Dopo una lunga serie di dati, statistiche e percentuali di vendita, l’analista del Sole 24 Ore chiude il suo ragionamento con un auspicio: “Che sia per amore o per forza, insomma, si tratta di uno sforzo imponente, frenato peraltro dalle limitazioni sul fronte di marketing e pubblicità (visto che la soluzione ottimale per la salute è quella di snobbare del tutto tabacco e nicotina). La risposta sta ora al consumatore. Che ha sempre meno alibi per non smettere con il tabacco combusto”.
Ecco, la pubblicità, appunto. Materia regolata non solo dalla legge ma anche dal Codice deontologico dei giornalisti. Nessuno mette in dubbio la buonafede del giornalista Carrer, professionista autorevole e rispettabile, però c’è una sottile (ma sostanziale) differenza fra l’informazione e le lodi sperticate. Il tabacco non può essere pubblicizzato in nessuna sua forma. E, se passa la linea dettata dall’Oms, a breve neppure lo strumento di riscaldamento potrà essere diffuso e pubblicizzato. A meno che non ci pensi una testata nazionale a dare quello spazio che altrimenti sarebbe vietato per legge.

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