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Decreto fiscale, contributi ai partiti: il senatore Renzi contro il premier Renzi

Matteo Renzi ha diffuso sui social un appunto con cui accusa la Lega di aver fatto un favore alle aziende del vaping in seguito ad un contributo elettorale. Dimenticando di dire che da premier anche lui accettò finanziamenti da parte delle multinazionali del tabacco alla vigilia della riscrittura delle accise.

Ha fatto clamore l’appunto fotografato e dato in pasto ai social dell’ex premier Matteo Renzi. Rappresenta una traccia dell’intervento che di lì a poco avrebbe tenuto in Senato, in fase di discussione del Decreto fiscale contenente le misure necessarie per risollevare il mercato della sigaretta elettronica. “Oggi in Aula al Senato per votare contro il Decreto Fiscale. Tra le cose più sconvolgenti il regalo di 177 milioni di euro a chi ha finanziato la campagna elettorale della Lega e di Salvini“, è stato il messaggio pubblicato su Facebook, corredato dalla fotografia dell’appunto scritto a mano in cui si legge: “La Lega ha ricevuto un finanziamento elettorale da uno dei principali operatori italiani delle sigarette elettroniche: 75mila euro. Oggi il governo e la maggioranza ci chiedono di votare il decreto fiscale che, all’art.8, regala 177 milioni di euro. A chi? Ovviamente ai produttori di sigarette elettroniche. Questo non è un condono, è una marchetta“.
Lunga discussione c’è già stata circa il finanziamento, regolare e trasparente, dato alla Lega lo scorso febbraio dall’azienda biellese Vaporart.
Altrettanta eco mediatica e conseguente “scandalo social” però non si ebbe negli anni scorsi quando l’allora premier Renzi accettava contributi da parte di Big Tobacco per finanziare la fondazione Opene l’organizzazione della Leopolda. Come risulta dai bilanci della fondazione, la multinazionale ha versato 50mila euro per tre anni.  Il versamento avvennecome risulta dai resoconti finanziari, il primo luglio 2014, alla vigilia della riscrittura delle accise sul tabacco. Si paventava l’ipotesi aumentare i pacchetti di sigarette di fascia bassa, cosa poi non avvenuta nonostante la presentazione di qualche emendamento, poi ritirato, che andava in quel senso. Si è però abbassata l’imposta sul riscaldatore di tabacco di Philip Morris, applicando uno sconto del 50 per cento. Poco tempo dopo, la stessa Philip Morris annuncia l’acquisto di 500 milioni di euro di tabacco dalla filiera italiana e alla firma davanti alle telecamere si è presentato l’ex premier Renzi in persona. Così come lo stesso premier andò a inaugurare gli stabilimenti bolognesi della Pmi.Una successiva inchiesta di Report ha svelato che l’allora tesoriere del Pd, Ugo Sposetti, incassò un contributi lecito e trasparente di 37 mila euro anche dalla federazione dei tabaccai; a breve poi sarebbe stata introdotta la nuova tassa sulle sigarette elettroniche.
Coincidenze che ieri il senatore Renzi ha dimenticato di ricordare durante il suo messaggio al Senato. Così come ha anche dimenticato di dire che il decreto fiscale a firma Lega-Cinquestelle in fase di approvazione prevede un forte sconto anche per i riscaldatori di tabacco. E dimentica anche di dire che l’anno scorso un emendamento presentato dalle deputate del Pd Rotta, Morani e Bragantini chiedeva di condonare alle aziende del vaping i debiti pregressi, esattamente quello che sta facendo adesso il governo Conte. Anziché lamentarsi, l’ex premier dovrebbe invece esser contento che almeno due provvedimenti contenuti nel Dl Fiscale hanno introdotto misure economiche che esponenti del suo stesso partito avrebbero voluto, senza però riuscirci.

Ad ogni lettore la libertà di giudicare, in tutta automonia e senza ipocrisia. Atteggiamento, quest’ultimo, che forse questa volta l’ex premier Renzi ha cavalcato per mera strumentalizzazione politica.

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