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Anche i medici francesi evidenziano l’utilità della sigaretta elettronica

Dopo il giornale dei medici tedeschi, anche l’omologo francese fa un passo importante verso la sigaretta elettronica e la riduzione del danno.

Dopo il giornale dei medici tedeschi, anche l’omologo francese fa un passo importante verso la sigaretta elettronica e la riduzione del danno. L’ultimo numero di Le Quotidien du Médecin, periodico dedicato a medici e professionisti della salute, dedica con grande evidenza il suo articolo di apertura all’ecig, titolando: Sevrage: avantage à la e-cigarette. All’interno del giornale viene dato grande spazio al recente studio randomizzato coordinato da Peter Hajek della Queen Mary University di Londra. Dopo aver seguito per un anno due gruppi di fumatori, ai quali erano state assegnate casualmente sigarette elettroniche o altre terapie sostitutive a base di nicotina, l’équipe di ricercatori conclude che l’ecig è due volte più efficace per aiutare a smettere di fumare delle altre terapie. Non solo, chi aveva usato l’elettronica riportava anche un miglioramento notevole dei disturbi indotti dal fumo, come tosse e catarro.
È uno studio destinato a diventare una pietra miliare nella ricerca scientifica sul vaping e la pubblicazione dei medici d’Oltralpe ha ritenuto di dargli il giusto spazio, pur accompagnandola – a margine – da un articolo dubitativo sulle incertezze degli affetti a lungo termine del vaping e sulla possibilità che l’ecig sia una porta d’ingresso verso il tabagismo (teoria, per la verità, più volte smetita, ma tant’è).
Lo scorso novembre fu, invece, Ärtze Zeitung, la rivista ufficiale dei medici tedeschi a prendere una posizione netta sugli strumenti di riduzione del danno da fumo. Criticando con asprezza inconsueta le conclusioni dell’ottava Conferenza delle parti della Convenzione quadro dell’Oms, la rivista arrivava a paragonare l’Organizzazione mondiale di sanità ai regimi comunisti del blocco sovietico, come riportato su un lungo articolo apparso sull’ultimo numero della nostra rivista bimestrale. “La ribellione fra medici e scienziati cresce – concludeva Ärtze Zeitung – e con essa cresce anche la volontà di dibattere l’opzione delle alternative al fumo anche nelle terapie antifumo”.
In Italia, sempre lo scorso novembre, fu il presidente della Società Italiana di Medicina Generale (i cosiddetti medici di base) Claudio Cricelli, durante il congresso di Firenze, ad aprire alla riduzione del danno . “Noi siamo convinti – affermò – che gli strumenti moderni sia dal punto di vista della riduzione del rischio che della configurazione dell’uso siano in grado di diminuire in maniera sostanziale i danni che produce il vecchio fumo di sigaretta o di altri strumenti di fumo“.
E che, almeno a livello europeo, siano i medici – quelli che ogni giorno si misurano con i pazienti e le loro malattie –a muoversi e a chiedere a meno immobilismo e più coraggio alle istituzioni sanitarie, è davvero una buona notizia. Che, speriamo, giunga presto anche alle orecchie di chi decide le politiche sanitarie.

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