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Con tempismo perfetto, mentre negli Stati Uniti si discute su un possibile divieto sugli aromi nei liquidi per sigaretta elettronica, arriva la pubblicazione sul Journal of the American College of Cardiology (e a cascata su tutti i media) di un nuovo studio condotto da ricercatori della School of Medicine della Stanford University. In base a questa ricerca, gli aromi, in particolare la cannella e il mentolo, danneggiano le cellule dell’endotelio che rivestono l’interno dei vasi sanguigni. In pratica, possono essere tossici per il cuore, avendo proprietà ossidative e infiammatorie.
All’allarme lanciato da questo studio, risponde il cardiologo greco Konstantinos Farsalinos, fra gli scienziati più attivi sul fronte della ricerca sugli strumenti di riduzione del danno da fumo. I ricercatori della Stanford University, spiega Farsalinos, hanno usato cellule endoteliali prodotte in laboratorio derivate da cellule staminali pluripotenti, che sono state esposte a sei liquidi per sigaretta elettronica disponibili in commercio. Ma attenzione, segnala il cardiologo, i liquidi non sono stati vaporizzati o svapati, ma utilizzati in forma liquida: le cellule sono state immerse nel liquido. “Ciò significa – commenta Farsalinos – che gli effetti osservati dagli autori non erano correlati al processo di riscaldamento che può produrre prodotti di degradazione termica. Pertanto, è interessante osservare la letteratura sugli effetti della cinnamaldeide sui processi infiammatori e sullo stress ossidativo”.
Il cardiologo cita poi una vastissima letteratura scientifica, dalla quale emergono le proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, aticancro, antidiabetiche e cadioprotettive della cinnamaldeide. “Non sto sostenendo – chiarisce – che la cinnamaldeide sia la droga miracolosa del Ventunesimo Secolo né che sia sicuro, innocuo o benefico vaporizzare liquidi aromatizzati alla cannella. Sottolineo, tuttavia, ancora una volta che lo studio pubblicato su Journal of the America College of Cardiology ha utilizzato liquidi per sigarette elettroniche in forma liquida. Pertanto, la cinnamaldeide nei liquidi aromatizzati alla cannella non era diversa dalla cinnamaldeide presente negli alimenti. Quindi, se gli effetti osservati sono attribuiti alla cinnamaldeide, quella presente nei prodotti alimentari deve essere ugualmente tossica per le cellule endoteliali”.
Una seconda parte dello studio in questione, poi, ha esaminato gli effetti acuti dell’uso di sigaretta elettronica e del consumo di tabacco, misurando diversi marcatori di infiammazione d la risposta delle cellule endoteliali in vitro nel siero di 5 fumatori e 4 svapatori (due dei quali, però, erano utilizzatori duali, cioè svapavano e fumavano allo stesso tempo). Secondo Farsalinos “questa parte dello studio ha un valore limitato poiché è irrilevante per gli effetti degli aromi e include pochissimi partecipanti”. Ma adombra anche qualche dubbio metodologico, qundo si chiede “quanto sia difficile trovare utenti esclusivi di sigarette elettroniche negli Stati Uniti in modo da evitare di unire utenti esclusivi e doppi in un unico gruppo”.
In conclusione del suo lungo intervento, il medico greco commenta che “studi su cellule e animali mostrano risultati contrastanti sugli effetti della cinnamaldeide. È possibile, tuttavia, che gli effetti osservati nel recente studio fossero irrilevanti per la cinnamaldeide e potrebbero essere attribuiti ad altri composti nei liquidi. In ogni caso, non penso che questo studio in vitro non possa rappresentare un modello per comprendere gli effetti cardiovascolari degli aromi per sigaretta elettronica”.