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Stati Uniti, via libera agli aromi nelle e-cig solo previa autorizzazione dell’FDA

Potrebbe sembrare una apertura, se non fosse che le procedure sono tali e tanto onerose da essere alla portata solo della grande industria.

Dovrebbe essere pronto entro 30 giorni il documento della Food and drug administration sui liquidi aromatizzati, preannunciato settimane fa dal Ministro della Salute Alex Azar. Lo ha annunciato ieri Ned Sharpless, commissario della Fda, durante il suo intervento di ieri davanti alla sottocommissione parlamentare per l’energia e il commercio. Sempre secondo quanto detto da Sharpless, “la Fda intende far rispettare la legge esistente che limita la commercializzazione di tali prodotti”, cioè dei liquidi con aromi diversi dal tabacco. Tradotto in soldoni, la mossa dell’agenzia “toglierà dal mercato le sigarette elettroniche aromatizzate a meno che e fino a quando i produttori non forniscano prove scientifiche a sostegno dell’utilità per la sanità pubblica della vendita dei loro prodotti”.
Sharpless intende reagire così alle accuse mosse all’agenzia di non aver saputo arginare la diffusione del vaping fra i minori americani. E poi entra nello specifico: “La Food and drug administration non vieterà gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche, come hanno riportato alcuni media”. La nuova politica, infatti, “non vuol dire che nessuna sigaretta elettronica aromatizzata potrà essere immessa sul mercato. Se un produttore, attraverso la richiesta di autorizzazione, riesce a dimostrare che uno specifico prodotto soddisfa gli standard previsti dal congresso, l’Fda autorizzerà la vendita di quel prodotto”. Potrebbe sembrare una apertura, se non fosse che le procedure per l’autorizzazione previste dall’agenzia sono tali e tanto onerose, da essere alla portata, secondo gli esperti, di un numero ristretto di grandi player e destinando il 90 per cento dell’industria all’estinzione.
Ma nell’infuocato dibattito americano di questi giorni, fra l’emergenza minori e quella delle malattie polmonari, fa capolino un altro elemento che fa pensare. Voci provenienti dal mondo farmaceutico iniziano a farsi sentire sul tema vaping. Due giorni fa Fred Hassan ha rilasciato un’intervista alla Cnbc, parlando di sigarette elettroniche. Hassan è stato amministratore dell’azienda Pharmacia, acquistata da Pfizer nel 2003, produttrice di gomme e cerotti alla nicotina. Oggi investe nel settore sanitario. Ai microfoni della Cbs, sostiene che “se serve a smettere di fumare, il vaping deve entrare dalla porta principale dell’Fda, come noi”.
Ed ecco che, nel mezzo della demonizzazione del vaping, appare un prodotto pronto a passare attraverso la porta principale della Fda. Si tratta un vaporizzatore ideato da una piccola azienda che ha la parola “health” – salute – nel nome. Lo strumento sembra a tutti gli effetti una piccola sigaretta elettronica, ma secondo i suoi creatori è diverso: la sua cartuccia è dotata di un doppio serbatoio che separa la nicotina dal liquido e lo strumento scalerà automaticamente la prima nel tempo, sottraendo all’utilizzatore una possibilità di adattare alle proprie esigenze il processo di disassuefazione dal fumo.
La vera differenza, però, è che questo prodotto chiederà l’approvazione dell’Fda come trattamento per la cessazione al fumo, quindi come un farmaco. Dunque non seguirà il percorso per i prodotti del tabacco. Appare anche singolare che i creatori del device abbiano deciso di pubblicizzarlo proprio ora, visto che sul sito di presentazione si legge che la sua commercializzazione è prevista per il 2024. La sensazione è che saranno in molti a tentare di approfittare della difficoltà del settore del vaping in America. Compreso chi negli ultimi anni si è visto sottrarre una buona fetta del mercato dei prodotti per smettere di fumare.

 

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