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Usa, ecco la lista ufficiale dei marchi responsabili della malattia polmonare

I Cdc rendono noti i brand più utilizzati: nessun prodotto con nicotina per sigaretta elettronica. Intanto il numero dei casi è in stabile diminuzione.

Arriva finalmente la lista ufficiale dei prodotti che hanno causato la crisi di malattie polmonari negli Stati Uniti. I Centers for Disease Control and Prevention, responsabili insieme alla Fda dell’indagine sui casi, hanno finalmente diramato un comunicato con i nomi dei marchi consumati, da soli o insieme, dai pazienti ricoverati. Il primo dato che balza all’occhio è che si tratta esclusivamente di prodotti al tetraidrocannabinolo, Thc, la sostanza psicoattiva della cannabis. Non c’è nessun liquido alla nicotina, a dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che le malattie non avevano alcun collegamento con l’uso corretto della sigaretta elettronica.
Come già emerso da precedenti rapporti, il marchio più diffuso è Dank Vapes, “una classe di prodotti contraffatti di origine sconosciuta contenenti Thc – si legge sul sito dei Cdc – il cui uso è stato segnalato a livello nazionale e in tutti gli Stati presi in esame”. Il problema con Dank Vapes, però, è che non si tratta di un marchio prodotto da una azienda, ma di un contenitore vuoto che gli operatori illegali acquistano e riempiono di liquido non controllato. Oltre a Dank Vapes, soprattuto negli Stati orientali, i ricoverati hanno segnalato il consumo dei marchi TKO (15%), Smart Card (13%) e Rove (12%). Ricordiamo che queste conclusioni si basano esclusivamente sulle dichiarazioni dei ricoverati o dei loro familiari
La sostanza ritenuta responsabile delle malattie è l’acetato di vitamina E, usato come addensante in liquidi e ricariche contraffatte al Thc. Questo infatti è un problema che al momento pare legato al mercato parallelo, che è fiorito in Usa in tempi recenti. Oltre a marchi dichiaratamente illegali, infatti, il mercato statunitense è stato letteralmente inondato anche da copie di prodotti di brand legali, che naturalmente non soddisfano gli standard di sicurezza. Anche per questo, i Cdc continuano a raccomandare di astenersi dal consumo di cartucce e liquidi al Thc – specialmente se ottenuti da fonti informali – sottolineando che non c’è un unico marchio responsabile delle malattie.
Nel frattempo, la crisi sanitaria sembra andare scemando. Sempre secondo i dati ufficiali, il picco dei ricoveri è stato raggiunto a metà settembre, per poi iniziare a diminuire stabilmente. Il peggio, dunque, almeno dal punto di vista sanitario, sembra essere passato. Rimangono invece pesanti le ripercussioni economiche e “di reputazione” per un settore, quello della sigaretta elettronica, che è stato ingiustamente e irresponsabilmente accusato e messo sui carboni ardenti. Non solo negli Stati Uniti.

 

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