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Salute, diabete: anche le sigarette elettroniche possono essere d’aiuto

Il fumo rappresenta un importante fattore di rischio per i malati diabetici. Lo studio Diasmoke 2.0 intende valutare l’efficacia, la sicurezza e gli effetti a breve e lungo termine sula salute del passaggio all’elettronica in chi è affetto da questa patologia.

Negli ultimi trent’anni i casi di diabete mellito si sono più che quadruplicati e, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, il numero di persone affette da tale patologia è destinato a crescere raggiungendo 650 milioni nel 2040. Se in un soggetto con un diabete di tipo 2 associamo il fumo le complicanze diventano più pericolose con peggioramenti cardiache letali. Un paziente diabetico, infatti, soprattutto se anziano e fumatore, ha un rischio altissimo (di due o quattro volte superiore alla media) di sviluppare patologie cardiache.
Smettere di fumare per questi pazienti rimane il consiglio principale. Ridurre la dipendenza da sigaretta convenzionale diminuisce per loro il rischio di patologie gravi, anche se in età avanzata il tutto risulta più difficile. L’anziano, proprio come un bambino, va seguito nel percorso di disassuefazione, abituandolo a stili di vita sani e facendogli comprendere che anche chi lo circonda usufruirà di vantaggi salutari. Dato che molti pazienti continuano a fumare nonostante i noti rischi, una possibilità è quella di sfruttare le nuove tecnologie per il rilascio di nicotina quali strumenti sostitutivi molto meno dannosi delle sigarette convenzionali. Numerose ricerche condotte a livello internazionale, tra cui una recente meta-analisi composta da 88 studi, hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione significativa tra il fumo e l’aumento del rischio di contrarre il diabete mellito. Pare, infatti, che i soggetti fumatori presentino un rischio del 30-40% maggiore di sviluppare il diabete rispetto ai soggetti non fumatori.
“Smoking and Diabetes: Dangerous Liaisons and Confusing Relationships” è la recente review che abbiamo pubblicato insieme ai ricercatori del CoEhar, il Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania, che affronta il problema delle correlazioni tra fumo e sviluppo del diabete, ponendo le basi per delineare nuove e innovative soluzioni per la valutazione dell’impatto della sigaretta elettronica nel paziente diabetico fumatore. A tal fine è stato lanciato un nuovo progetto di ricerca denominato “Diasmoke 2.0” con l’obiettivo di valutare l’abitudine al fumo di quasi mille pazienti affetti da diabete. Lo studio, dal respiro internazionale, coinvolgerà non solo soggetti italiani, ma anche pazienti di altri Paesi, tra i quali Inghilterra, Pakistan e Polonia. A coordinare questo progetto, insieme a me e al dottor Davide Campagna (medico e ricercatore della Lega italiana anti fumo), c’è anche il gruppo dei ricercatori del CoEhar e del Cpct – Centro per la prevenzione e cura al tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.
Diasmoke 2.0 intende realizzare uno studio clinico controllato randomizzato di dodici settimane e un follow-up di ventiquattro mesi per monitorare nel breve e lungo termine i cambiamenti dei parametri clinici e strumentali, in una popolazione target di 900 fumatori diabetici (300 per ogni centro), suddivisi in due differenti programmi per smettere di fumare: gruppo A (nuovo approccio) breve consulenza più sigaretta elettronica con nicotina; gruppo B (approccio standard approvato) breve consulenza. I principali obiettivi sono: valutare l’efficacia del nuovo trattamento per smettere di fumare; valutare la sicurezza del nuovo trattamento nei fumatori diabetici; valutare nel breve e lungo termine gli effetti sulla salute.
L’ipotesi di fondo è che un programma integrato di smoking cessation (counselling breve più sigarette elettroniche con nicotina) nei fumatori diabetici possa avere tassi di cessazione del fumo simili a quelli ottenuti usando approcci standard. E, nonostante il progetto sia ancora in fase iniziale, è già possibile affermare che i diabetici, a fronte di una riduzione di peso e del conseguente miglioramento del compenso diabetologico, possano beneficiare dell’uso della sigaretta elettronica.
Il fumo accelera la progressione dall’euglicemia verso uno stato di alterata tolleranza al glucosio, che porta ad un aumento del rischio di sviluppare il diabete nei soggetti fumatori. I dati preliminari emersi dallo studio dimostrano come l’utilizzo della sigaretta elettronica permetta ai pazienti affetti da diabete di smettere di fumare senza registrare un aumento ponderale di peso di 6/8 kg, tipico degli altri metodi legati alla smoking cessation. Una attenta attività di counselling antifumo può aiutare a gestire gli effetti collaterali dell’astinenza, tra cui l’aumento di peso.
Certo, sarebbe importante consigliare ai diabetici fumatori di rivolgersi ai centri antifumo di pertinenza delle Asl. Questo è, nonostante le difficoltà tipicamente italiane di trovare facilmente riferimenti e recapiti attivi di centinaia di centri sparsi nella Penisola. Ma questo è un altro argomento. Sul sito della Lega Italiana Antifumo è comunque possibile consultare un elenco aggiornato dei centri antifumo autorizzati dal ministero.
Fumare è sicuramente una di quelle abitudini che diventa necessario cambiare per il soggetto diabetico per ridurre l’impatto delle complicazioni legate allo sviluppo della patologia. Anche secondo il presidente della Società di diabetologia e direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e sperimentale dell’Università di Catania, Francesco Purrello: “Il fumo è uno di quei fattori modificabili, come la dieta e la sedentarietà, che possono davvero cambiare il corso della salute di una persona”.

(tratto dalla rivista Sigmagazine #18 gennaio-febbraio 2020)

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