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Studio: la sigaretta elettronica non spinge i giovani verso il fumo

Un lavoro di ricercatori inglesi su dati americani spiega che il vaping può avere allontanato dal fumo gli adolescenti vulnerabili.

Meno dell’1% degli adolescenti che ha usato come primo strumento la sigaretta elettronica è diventato in seguito un fumatore abituale. Le probabilità che questi diventassero fumatori erano inferiori rispetto ai giovani che avevano usato come primo strumento prodotti a tabacco combusto o non combusto. È questo il risultato di un lavoro scientifico condotto sui minori americani che non solo smentisce l’effetto gateway, cioè la teoria che il vaping introdurrebbe i giovani al fumo tradizionale, ma afferma addirittura che l’e-cigarette ha l’effetto di allontanare gli adolescenti vulnerabili dal tabacco combusto.
Di questo studio, intitolato “Association of initial e-cigarette and other tobacco product use with subsequent cigarette smoking in adolescent: a cross-sectional matched control study” e condotto da Lion Shahab, Emma Beard e Jamie Brown dello University College di Londra, avevamo già parlato in occasione della sua pubblicazione sulla rivista specializzata Tobacco Control. Questa settimana però la ricerca è stata pubblicata per intero online sul sito di Bmj Journals con l’aggiunta di una serie di dati supplementari. E, vista l’attualità del tema della protezione dei minori, soprattutto in sede di Commissione europea, ci sembra interessante riproporre lo studio, che è stato finanziato dal Cancer Research UK.
Scopo del lavoro era dunque capire se usare come primo strumento la sigaretta elettronica inducesse poi gli adolescenti a fumare. In poche parole, capire se la teoria dell’effetto gateway è suffragata dalle evidenze. Per farlo i ricercatori hanno analizzato i dati sui minori americani del National Youth Tobacco Survey (Nyts) dei Centres for Disease Control and Prevention (Cdc) dal 2014 al 2017. Il campione copriva 78.265 adolescenti, dei quali 38.630 hanno fornito informazioni sul primo prodotto del tabacco utilizzato. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: quelli che avevano utilizzato come primo prodotto la sigaretta elettronica; i secondi che avevano utilizzato prodotti a combustione diversi dalle sigarette (sigari, pipe ad acqua, pipe o cigarillos); e i terzi che avevano utilizzato prodotti del tabacco senza combustione (tabacco da masticare, da sniffare e altro).
Dal lavoro emerge, come detto, che meno dell’1% dei minori che aveva usato l’e-cig come primo prodotto era in seguito diventato fumatore. In altri termini, i vaper avevano il 26% di probabilità in meno di iniziare a fumare rispetto a quelli che consumavano prodotti a combustione diversi dalle sigarette. Chi, invece, utilizzava, prodotti del tabacco senza combustione aveva il 52,7% di probabilità di diventare un fumatore. Non solo. Il numero dei minori che aveva iniziato con le sigarette tradizionali e poi era passato alla sigaretta elettronica era molto superiore rispetto a chi aveva fatto il contrario, cioè era passato dal vaping al fumo.
Dati che portano i ricercatori a concludere che “l’analisi dei dati 2014-2017 del Nyts suggerisce che per i minori l’iniziazione con la sigaretta elettronica è associata a un rischio ridotto di passare in seguito al fumo, se paragonata a chi inizia con prodotti del tabacco a combustione e senza combustione”. Gli autori osservano anche che “nel periodo di tempo preso in considerazione, è improbabile che le sigarette elettroniche abbiano agito come fattore di spinta verso il fumo, ma in realtà possono aver allontanato dal fumo gli adolescenti vulnerabili. Questo è coerente con la diminuzione della prevalenza del fumo fra i minori, registrata nello stesso periodo in cui aumentava l’uso dell’e-cigarette”.

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