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UK, l’aut aut dei parlamentari: tagliamo i fondi se Oms non rivede posizione su sigarette elettroniche

Duro documento dell'intergruppo sul vaping in vista del Cop9: inviare esperti di harm reduction e valutare se tagliare i finanziamenti.

Il Regno Unito è uno dei principali finanziatori dell’Organizzazione mondiale di sanità e della Convenzione quadro per il controllo del tabacco. Se il prossimo Cop9 sosterrà per le sigarette elettroniche e per i prodotti a rischio ridotto una posizione contraria alla politica del Regno Unito, il Regno Unito dovrà prendere in considerazione le sue opzioni per quanto riguarda i finanziamenti futuri”. È una vera bomba quella sganciata dall’Intergruppo parlamentare sul vaping (Appg) del Parlamento britannico, tramite il rapporto appena pubblicato. Il documento arriva a conclusione dell’inchiesta condotta dall’intergruppo sulla prossima Conferenza delle parti della Convenzione quadro (Fctc), che si terrà in Olanda il prossimo novembre. E, sebbene il rapporto sia la posizione dei parlamentari dell’Appg e non sia stato approvato dalle Camere, afferma una posizione molto netta.
Il Paese, non dovendo più negoziare per giungere a una posizione condivisa per tutta l’Unione europea, in sede di Cop9 è pronto a sfruttare “l’occasione unica – si legge nel documento – per promuovere su un palcoscenico mondiale le sue politiche progressiste, di successo e basate sulla scienza sulla riduzione del danno da tabacco”. Il Regno Unito, dunque, non si accontenta di seguire la sua strada in autonomia, ma si prepara a dare battaglia nelle istituzioni internazionali, sottolineando di essere il leader mondiale nel campo del controllo del tabacco. E questa è una meravigliosa notizia per tutti i sostenitori della riduzione del danno in tutto il mondo.
L’intergruppo sottolinea come, quando si parla di sigarette elettroniche, si parla soprattutto di salute pubblica e ricorda che il Paese ha una posizione chiara in materia e ritiene che il vaping sia del 95% più sicuro del tabacco combusto, tanto da averlo integrato nelle sue politiche sanitarie. Una posizione che però, continua il documento, non è condivisa dall’Oms e dall’Fctc. “È chiaro – scrivono i parlamentari – dai documenti trapelati, dai post sui social media dei canali ufficiali e dalle dichiarazioni del capo del segretariato della Fctc che l’organizzazione sta cercando di trattare lo svapo e i prodotti a rischio ridotto nello stesso modo in cui tratta i prodotti del tabacco combustibile. Ciò contraddice le prove scientifiche disponibili e la posizione di politica sanitaria pubblica interna del Regno Unito”.
Per questo l’Appg ritiene “imperativo” l’invio al Cop9 di una delegazione equilibrata del Regno Unito, composta da funzionari ed esperti ed eventualmente rappresentanti dei vaper ed ex fumatori, per proporre una politica basata sulla scienza e sulla riduzione del danno. Si esorta anche a stabilire relazioni con altri Stati membri che condividono la posizione, per formare una coalizione interna a favore della harm reduction. “Riassumendo – spiega il documento – la delegazione del Regno Unito al Cop 9 dell’Fctc deve battersi per una regolamentazione proporzionata ai rischi e basata sulle evidenze scientifiche”. Fino ad arrivare a suggerire il taglio dei finanziamenti in caso contrario.
“La causa principale della morte e delle malattie associate all’uso del tabacco – conclude l’intergruppo – proviene dall’inalazione di fumo dal tabacco combustibile. Il Regno Unito deve rimanere fermo nel suo impegno per una nazione senza fumo, ma questo non dovrebbe essere confuso con un obiettivo ‘senza nicotina’ o ‘senza tabacco’ che sarebbe controproducente dal punto di vista della salute pubblica”. Sarà dunque il Regno Unito a condurre la battaglia per la sigaretta elettronica e per i consumatori di tutto il mondo in sede Oms.

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