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Sigarette elettroniche, parere Scheer: un’occasione persa per la salute

L'associazione europea dei produttori Ieva critica la mancanza nel rapporto di un confronto fra i rischi del vaping e del fumo.

Oggi la Commissione europea ha perso un’occasione per rafforzare il suo Piano contro il cancro e riconoscere l’importanza del vaping per ridurre le malattie fumo-correlate in Europa”. Anche Independent European Vape Alliance (Ieva), l’associazione europea di produttori di prodotti da svapo, critica il parere del Comitato Scientifico per la Salute, l’Ambiente e i Rischi Emergenti (Scheer), pubblicato oggi nella sua versione definitiva. In particolare l’associazione sottolinea la mancanza nel rapporto di un confronto fra i rischi derivanti dall’uso della sigaretta elettronica e dal fumo. “Tale omissione – commenta la nota stampa – rende il rapporto di scarsa utilità per i decisori politici, poiché una valutazione dell’impatto che le sigarette elettroniche hanno avuto sulla salute pubblica europea dovrebbe essere basata su queste evidenze”.
Ieva ricorda che sono le ricerche scientifiche indipendenti a dimostrare al di là di ogni dubbio che l’uso di sigarette elettroniche è di gran lunga meno dannoso del fumo. Gran parte della comunità scientifica, infatti, si era espressa in maniera molto critica nella consultazione pubblica aperta dopo la pubblicazione della bozza del parere dello Scheer, sottolinea l’associazione. Osservazioni che, però, non sono state fatte proprie, se non in maniera minima e ininfluente, dal Comitato scientifico della Commissione europea.
Lo Scheer – conclude il presidente di Ieva Dustin Dahlmann – non è stato in grado di presentare i dati scientifici sullo svapo in modo completo ed equilibrato. Il risultato è un documento che è poco più di una serie di affermazioni preconfezionate prive di fondamento. È stata sprecata un’altra opportunità per informare i fumatori disposti a passare all’e-cigarette, e già solo questo potrebbe comportare gravi conseguenze per la salute pubblica. Esortiamo i decisori a Bruxelles a includere la riduzione del danno nella loro strategia generale”.

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