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Usa, nel giorno del giudizio l’appello delle associazioni del vaping

La Food and Drug Administration deciderà su milioni di prodotti per sigarette elettroniche. L'Ava chiede una deroga per quelli non ancora esaminati.

Il settore del vaping americano sta con il fiato sospeso. Entro oggi la Food and drug administration dovrebbe pronunciarsi sulla possibilità di rimanere sul mercato di milioni di prodotti per la sigaretta elettronica. Una scadenza che, ricordiamo, è stata decisa da un tribunale e non dall’agenzia, che era probabilmente consapevole dell’inadeguatezza di un iter autorizzativo ideato per il tabacco combusto e dunque chiedeva più tempo. Non c’è stato verso e dunque il Center for Tobacco Products ha dovuto districarsi in un anno fra più di sei milioni e mezzo di richieste (le Pmta, Premarket tobacco applications) provenienti da oltre 300 produttori.
Secondo molti osservatori è improbabile che l’Fda riesca a gestire tutte le richieste entro oggi. “Molte Pmta – spiega in un comunicato Gregory Conley, presidente della American Vaping Association (Ava) – sono lunghe più di 100mila pagine e sono supportate da dozzine di studi, che il personale dell’agenzia deve esaminare attentamente prima di prendere una decisione”. Il regolamento prevede però che i prodotti che non hanno avuto una risposta positiva o negativa entro il termine prefissato – oggi appunto – debbano comunque essere ritirati dalla vendita, a meno che l’Fda non garantisca una deroga. Insomma, oltre al danno si rischia la beffa. “Le aziende che hanno seguito la legge e hanno presentato domande non ancora esaminate – chiede infatti Conley – devono avere la possibilità di mantenere i loro prodotti sul mercato”.
Ad essere danneggiati non sarebbero solo i produttori. “I consumatori adulti – continua l’Ava – compresi quelli che si affidano a prodotti del vaping aromatizzati per rimanere senza fumo, non dovrebbero essere puniti dall’incapacità della Fda di condurre le sue revisioni in modo tempestivo”. Conley ha parole aspre per il “processo autorizzativo enormemente dispendioso, fatto in modo tale da garantire il fallimento per le piccole imprese”. Molti prodotti aromatizzati, cioè liquidi con gusti diversi dal tabacco, sono infatti stati respinti dall’agenzia perché i produttori non sono riusciti a dimostrare che fossero “adeguati alla protezione della salute pubblica”.
Diverse dozzine di piccoli produttori americani – continua il presidente di Ava – hanno visto i mezzi di sussistenza loro e dei loro dipendenti distrutti dalla Fda nell’ultimo mese. Queste aziende producono prodotti che sono stati utilizzati da milioni di consumatori adulti per anni senza problemi, eppure la FDA ha deciso di vietarli”. E poi mette in guardi sulle possibili conseguenze: “Ogni autorizzazione negata ad un prodotto per la sigaretta elettronica è un regalo dell’agenzia ai marchi di sigarette tradizionali come Marlboro e Camel. Però, se i tassi di fumo in America saliranno nel 2022 e oltre, nessuno al Center for Tobacco Products sarà punito o licenziato”.
Eppure l’American vaping association chiude la sua presa di posizione con una nota di ottimismo. Il fatto che il principale istituto di regolamentazione della salute americano dichiari anche solo alcuni prodotti del vaping “adeguati alla protezione della salute pubblica” potrebbe e dovrebbe aprire un nuovo dibattito sui prodotti che riducono il danno da fumo nella comunità sanitaria. “Se la Fda ammette che l’uso da parte degli adulti di questi prodotti può giovare alla salute pubblica – commenta Conley – non c’è una buona ragione per cui i dipartimenti sanitari statali e le organizzazioni antifumo non possano ammettere lo stesso”. Rischia di essere, però, una consolazione molto magra per un settore che rischia di uscire mutilato da questo processo.

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