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Consumatori contro la tassa italiana: spinge a tornare a fumare

Anpvu e World Vapers' Alliance critici verso il governo: "Sembra determinato ad aumentare il numero di fumatori in Italia".

Le associazioni dei consumatori esprimono preoccupazione per le conseguenze che l’alta tassazione sui liquidi da inalazione potrà avere sugli utilizzatori di sigarette elettroniche. In particolare, in un comunicato congiunto, la rete internazionale World Vapers’ Alliance (Wva) e l’italiana Anpvu dichiarano di nutrire il forte timore che, a causa dei prezzi più alti, molte persone possano essere spinte a tornare al fumo combusto. Nella legge di bilancio 2020, ricordano le associazioni, l’Italia ha previsto un aumento progressivo triennale della tassa sugli e-liquid, ignorando gli studi che dimostrano che a prezzi più alti dei prodotti del vaping corrispondono aumenti dei tassi di fumo. Per il 2022 la tassa sarà di 1,30 euro e di 1,74 euro più Iva su 10 ml di liquido rispettivamente senza e con nicotina e un ulteriore aumento scatterà nel 2023.

Da sinistra: Michael Landl (World Vapers’ Alliance); Carmine Canino (Anpvu)

Una tassa così alta sui prodotti del vaping – commenta Carmine Canino, presidente di Anpvu e membro del Consiglio direttivo di Wva – danneggerà la salute pubblica in Italia. Le persone che vogliono stare lontano dalle sigarette o passare ad alternative meno dannose come le e-cig non dovrebbero essere utilizzate solo come fonte di finanziamento per la crisi del bilancio dello Stato. I politici italiani ed europei dovrebbero capire che gli aumenti delle tasse sul vaping costringeranno le persone a tornare a fumare, uno scenario che nessuno vuole. Per ridurre il peso del fumo sulla salute pubblica, è essenziale che i prodotti di vaping siano accessibili e convenienti”.
Una opinione condivisa da Michael Landl, direttore di Worl Vapers Alliance. “I grandi perdenti di questo aumento della tassa sono i consumatori e la salute pubblica – afferma – Gli utilizzatori di sigarette elettroniche sono per la maggior parte ex-fumatori. Inoltre, le tasse eccessive sui prodotti da svapo sono particolarmente dannose per le persone a basso reddito, che costituiscono la maggioranza dei fumatori oggi. L’aliquota dovrebbe essere proporzionale ai rischi del prodottoe  e le sigarette elettroniche, che sono del 95% meno dannose del fumo, non devono diventare un prodotto di lusso”.
E poi Landl conclude amaramente: “Sembra che il governo sia determinato ad aumentare il numero di fumatori in Italia”. Anpvu e World Vapers’ Alliance lanciano infine un appello ai legislatori italiani, esortandoli a “seguire la scienza e a non inasprire ulteriormente la regolamentazione o la tassazione dei prodotti del vaping”.

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