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Sigarette elettroniche, i danni dei messaggi negativi degli enti sanitari

Secondo un recente studio, in presenza di una informazione positiva e una negativa prevale la seconda. A discapito della salute di fumatori e vaper.

Da anni ormai il pubblico viene bersagliato da messaggi fortemente contraddittori sulle sigarette elettroniche, che provengono non solo dai media ma anche e soprattutto dalle istituzioni sanitarie. Quali sono gli effetti di questi messaggi contrastanti su chi li riceve in generale e soprattutto sui fumatori e gli svapatori? Si è incaricato di capirlo uno studio intitolato “The effect of conflicting public health guidance on smokers’ and vapers’ e-cigarette harm perceptions” pubblicato online da Nicotine & Tobacco Research ancora sotto forma di “manoscritto accettato”, il che vuole semplicemente dire che non è ancora stato sottoposto a editing. A condurlo Olivia M. Maynard dell’Università di Bristol e Tom P. Freeman e Madeleine R. E. Svenson dell’Università di Bath, tutte nel Regno Unito.
Le sigarette elettroniche – spiegano gli autori nella loro premessa – sono sempre di più considerate, erroneamente, più dannose delle sigarette elettroniche. Questo potrebbe scoraggiare i fumatori dal passare al vaping. Una possibile spiegazione di questi atteggiamenti sono le informazioni contrastanti presentate dai media, nel web e dagli enti di salute pubblica”. Partendo da questo presupposto, i ricercatori hanno diviso in quattro gruppi in maniera casuale un campione di 702 partecipanti allo studio, composto da 334 fumatori che non svapavano e 368 svapatori, fra cui anche utilizzatori duali.
Il primo gruppo ha ricevuto una dichiarazione positiva sulla riduzione del danno proveniente da due diverse istituzioni sanitarie; il secondo una dichiarazione negativa sui danni causati dall’e-cigarette da parte di due diversi organismi di salute pubblica; il terzo gruppo una dichiarazione favorevole alla riduzione del danno da parte di un ente di salute pubblica e una dichiarazione negativa da un altro; il quarto, infine un messaggio sui rischi del fumo, seguito da una dichiarazione pro riduzione del danno da parte di un ente di salute pubblica e una dichiarazione negativa da un altro. In pratica il primo gruppo ha ricevuto un messaggio positivo sulla sigaretta elettronica, il secondo un messaggio negativo, il terzo un messaggio conflittuale e il quarto un avvertimento sui rischi del fumo più un messaggio conflittuale. Le dichiarazioni utilizzate non sono state inventate dagli autori. Pur non citando la fonte, i messaggi positivi erano dell’agenzia del Ministero della salute britannico, Public Health England, quelli negativi dell’Organizzazione mondiale di sanità e quello sui rischi del fumo preso da un approfondimento della Bbc.
I risultati non sono molto confortanti. Infatti sebbene, naturalmente, la percezione della pericolosità del vaping era maggiore nel gruppo che aveva ricevuto solo messaggi negativi, essa era alta anche nei due gruppi che avevano ricevuto dichiarazioni conflittuali, senza nessuna reale differenza fra chi aveva letto dei rischi del fumo e chi no. Era naturalmente più bassa nel primo gruppo, che aveva ricevuto solo messaggi positivi sulla riduzione del danno. Altro dato preoccupante è che fumatori e vaper hanno reagito alle informazioni sulla sigaretta elettronica in modo simile, cioè le informazioni negative e contrastanti hanno aumentato la percezione del danno dei vapers, anche se in misura minore rispetto ai fumatori. Quindi non solo un messaggio negativo è più forte di uno positivo, ma questo può influenzare anche chi ha già esperienza del vaping.
Questi risultati – concludono infatti gli autori – dimostrano per la prima volta che, rispetto alle informazioni sulla riduzione del danno, le informazioni contrastanti aumentano la percezione del danno delle sigarette elettroniche tra i vapers e i fumatori”. Una cosa che, continua lo studio, “può avere un impatto significativo sulla salute pubblica poiché la percezione del danno del vaping può influenzare il successivo comportamento. Informazioni contrastanti possono dissuadere i fumatori, che hanno più da guadagnare da un’accurata percezione del danno, dal passare alle sigarette elettroniche”. Cosa dovrebbero fare quindi gli enti sanitari? Secondo i ricercatori, “concentrarsi su messaggi di riduzione del danno basati sul consenso per ridurre la percezione del danno di fumatori e vaper e contrastare le informazioni negative sulle sigarette elettroniche”. Naturalmente quando non sono essi stessi a diffondere la disinformazione.

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