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Cina, dopo stop alle fiere e flavor ban anche la tassa sulle sigarette elettroniche

Con l'imposizione fiscale, si completa l'assorbimento dell'industria del vaping nell’Amministrazione statale del monopolio del tabacco.

In Cina arriva una tassa sulle sigarette elettroniche che, secondo una nota pubblicata oggi dal Ministero delle finanze, sarà operativa dal prossimo 1° novembre. A renderlo noto è l’agenzia di stampa Reuters, che rivela anche l’importo. Sulla produzione e l’importazione sarà applicata una aliquota fiscale del 36%, mentre sulla distribuzione all’ingrosso la tassa sarà dell’11%. Con questo ultimo tassello, si completa l’assorbimento dell’industria della sigaretta elettronica cinese nell’Amministrazione statale del monopolio del tabacco, iniziato con il divieto di vendere sul mercato nazionale liquidi con aromi diversi dal tabacco e sistemi aperti (che possono però ancora essere prodotti per l’estero).
Arriva dunque un nuovo colpo per l’industria cinese del vaping, concentrata soprattutto nell’area di Shenzhen, che è stata a lungo il più grande produttore mondiale di e-cigarette. Già i primi divieti hanno innescato un’ondata di chiusure nel settore, soprattutto per quei produttori che si erano dedicati al mercato interno, paradossalmente in ritardo rispetto all’Europa e agli Stati Uniti. Ora la nuova imposizione fiscale rischia di mettere in difficoltà anche le aziende sopravvissute.

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