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Commissione europea: tassare sigaretta elettronica al livello del tabacco

Il documento trapelato in un articolo del Financial Times che anticipa i contenuti della Direttiva accise, la cosiddetta Ted. Dure reazioni da produttori e consumatori di e-cig.

La Commissione europea sarebbe in procinto di proporre di portare la tassazione delle sigarette elettroniche e degli altri prodotti alternativi al fumo in linea con quella delle sigarette di tabacco. Lo riporta il Financial Times in un articolo firmato da Oliver Barnes, Mary McDougall e Andy Bounds che sta già facendo molto discutere. La proposta sarebbe contenuta nella bozza della proposta della Commissione per la revisione della Direttiva sulla tassazione dei prodotti del tabacco, la cosiddetta Ted. Bruxelles chiederebbe anche un aumento dell’accisa minima per le sigarette tradizionali, che passerebbe dagli attuali 1,80 a 3,60 euro per ogni pacchetto da 20. Questa misura avrebbe ripercussioni soprattutto nei Paesi dell’Europa orientale – come Bulgaria, Slovacchia, Polonia e Ungheria – dove determinerebbero un drastico aumento del prezzo per i consumatori.
Ma quello che sta suscitando le reazioni nel settore del vaping sono le indiscrezioni sui prodotti alternativi. “L’aggiornamento della direttiva Ue sulla tassazione del tabacco del 2011 – si legge nell’articolo del Financial Times – porterà anche la tassazione dei nuovi prodotti da fumo, come vaporizzatori e tabacco riscaldato, in linea con le sigarette, poiché i responsabili politici di tutto il mondo hanno una visione sempre più fosca della popolarità dei nuovi prodotti tra i giovani”. Secondo gli autori, la proposta è di tassare i prodotti del vaping diversamente a seconda dell’intensità di erogazione: 20 per cento per quelli più bassi, almeno il 40 per cento per cento per gli high level. “Anche i prodotti a base di tabacco riscaldato – continua l’anticipazione – saranno soggetti a un’imposta del 55%, ovvero un’aliquota fiscale di 91 euro per 1.000 articoli venduti”. Una prospettiva che, secondo il presidente dell’associazione europea dei produttori Ieva Dustin Dahlmann, in molti Paesi potrebbe portare a “tasse troppo alte dei prodotti alternativi al fumo e molto meno dannosi di esso”.
Preoccupazione condivisa dalla rete dei consumatori europei World Vapers’ Alliance. “La Commissione – ha spiegato il direttore Michael Landl, commentando le indiscrezioni del Financial Times – sostiene che aumentare le tasse farebbe bene alla salute pubblica, ma è vero l’esatto contrario. Una alternativa molto meno dannosa, come la sigaretta elettronica, deve essere alla portata del fumatore medio che vuole smettere di fumare. Se la Commissione intende ridurre il peso del fumo sulla salute pubblica, deve rendere il vaping più conveniente e accessibile, non meno”. Ricordando che l’inasprimento fiscale colpirebbe soprattutto i consumatori più poveri, costringendoli a tornare a fumare o a rivolgersi al mercato illegale, Landl ha concluso: “Invece di combattere lo svapo, l’Ue deve finalmente abbracciare la riduzione dei danni causati dal tabacco. Ciò di cui abbiamo bisogno è una regolamentazione basata sul rischio. Lo svapo è del 95% meno dannoso del fumo e, pertanto, non deve essere trattato allo stesso modo del fumo convenzionale”.
Una visione che, a quanto sembra, non è quella della Commissione europea, che peraltro ha rifiutato di rilasciare al Financial Times commenti in merito. La sua proposta, però, prima di diventare legge dovrà essere approvata dal Consiglio, dove siedono i Paesi membri e dove ognuno porterà le sue istanze, e potrà, quindi, essere rimodulata.

 

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