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Francia: l’attacco dei proibizionisti contro la sigaretta elettronica

Un rapporto del Comité national contre le tabagisme chiede di vietare gli aromi nelle e-cig. La dura reazione delle associazioni di settore.

Un fulmine sta attraversando il mondo del vaping della Francia, il Paese che molti credevano potesse raccogliere il testimone della promozione degli strumenti di riduzione del danno da fumo nell’Unione europea, dopo l’uscita del Regno Unito. Il detonatore è stata la pubblicazione lo scorso 13 febbraio dei risultati di un progetto di studi sui nuovi prodotti del tabacco e della nicotina da parte del Comité national contre le tabagisme (Cnct), la più longeva associazione francese per la prevenzione del tabagismo. Nel suo rapporto il comitato parla di “uno sviluppo anarchico dei nuovi prodotti” e di infrazioni generalizzate della legislazione sulla pubblicità dei prodotti del vaping da parte dei tabaccai e dei negozi specializzati.
Ma soprattutto, insieme ad altre misure fortemente restrittive, il Cnct chiede che siano “immediatamente vietati tutti gli aromi diversi dal tabacco in tutti i prodotti contenenti nicotina”. Cioè anche e soprattutto le sigarette elettroniche. In barba alla letteratura scientifica che ne dimostra l’efficacia per la disassuefazione dal fumo, la varietà di gusti è considerata nel documento esclusivamente come un mezzo per attirare i minori. “Lungi dall’aiutare i fumatori a smettere di fumare – dichiara infatti il presidente del Cnct Yves Martinet – la moltiplicazione dei sapori nei nuovi prodotti è finalizzata solo all’adescamento dei giovani consumatori”. E per evitare prevenire quella che, echeggiando i toni degli Stati Uniti, definisce una “nuova epidemia di nicotina”, il Comitato ha anche lanciato una campagna di sensibilizzazione, utilizzando immagini grafiche forse un po’ troppo accattivanti, che in realtà, più che dissuadere, potrebbero invogliare all’uso della sigaretta elettronica.
Purtroppo le brutte notizie non finiscono qui. Perché il giorno successivo alla pubblicazione del rapporto del Cnct, il Ministro della salute francese François Braun, durante un’intervista sul canale France Info, ha mostrato di condividere l’opinione che “le sigarette elettroniche usa e getta (“les puff”) siano una porta d’ingresso verso il tabacco per i giovani”. E alla domanda del giornalista in studio sul possibile divieto degli aromi ha commentato: “È una cosa di buon senso”, aggiungendo poi di starne discutendo con i colleghi europei, i danesi, i tedeschi e i lituani. Perché, spiega Braun, è una misura, ancora allo stato di ipotesi, che può essere efficace solo se affrontata a livello europeo, per evitare che i consumatori si vadano a rifornire attraversando la frontiera.
Il settore del vaping francese è comprensibilmente in stato di shock, come dichiarato candidamente a France Info dal presidente di dell’associazione degli operatori Fivape, Jean Moiroud. In un comunicato stampa, Fivape ha definito “assurde e controproducenti nella lotta al tabagismo” le richieste del Cnct. In dieci anni, ricorda l’associazione, la sigaretta elettronica si è imposta come lo strumento preferito per la cessazione, aiutando quattro milioni di francesi ad allontanarsi dal tabacco e contribuendo direttamente alla diminuzione delle morti legate al fumo. Citando la nota revisione Cochrane, l’associazione parla di un consenso scientifico trascurato dal Cnct, in favore di “una posizione ideologica inefficace che stigmatizza i fumatori invece di aiutarli”.
E, sempre studi scientifici alla mano, Fivape precisa tre punti fermi. Svapare non porta i giovani a fumare; la varietà degli aromi è un elemento centrale dell’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare; ridurre i gusti al solo tabacco sarebbe controproducente: “come chiedere ai fumatori di smettere di consumare tabacco – si domanda l’associazione – consentendo solo il sapore da cui cercano di allontanarsi?”. Fivape chiede quindi un incontro al Ministro della salute per trovare insieme le soluzioni migliori e permette ai 13 milioni di fumatori francesi di abbandonare il tabacco. E forse anche per evitare un incredibile paradosso. Cioè che le leggi più proibizioniste sul vaping vengano adottate proprio dal governo in cui il primo ministro Elisabeth Borne, il portavoce e già Ministro della salute Olivier Véran e il Ministro delegato ai conti pubblici Gabriel Attal hanno smesso di fumare grazie alla sigaretta elettronica.

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