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L’Argentina del proibizionismo: dopo le sigarette elettroniche vietati anche i riscaldatori

I dispositivi con liquido di ricarica sono vietati sin dal 2011. Adesso approvato analogo provvedimento anche per i riscaldatori di tabacco.

Un vuoto normativo che è stato sanato. Come? Con il proibizionismo, ovviamente. Succede in Argentina dove il governo ha da poco approvato un provvedimento – pubblicato nella giornata di lunedì 27 marzo in Gazzetta Ufficiale – con cui mette completamente fuorilegge i riscaldatori di tabacco. Non si possono importare, produrre e vendere. L’Argentina fu tra i primi paesi al mondo a vietare completamente anche il commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica contenenti nicotina. Il ban totale è stato introdotto addirittura nel 2011 (ratificato però nel 2016) quando i dispositivi erano ancora bel lontani dalla diffusione di massa. Basti pensare che in Italia il primo vero boom grazie al passaparola tra i consumatori è avvenuto nel 2013. Nel 2020 alcune associazioni sanitarie chiesero al governo di dare la possibilità ai fumatori di affidarsi ai prodotti senza combustione (sia sigarette elettroniche che riscaldatori) ma la richiesta rimase inascoltata.
Anzichè affrontare un problema, studiarlo, comprenderlo e dare risposte, le organizzazioni sanitarie ancora una volta scelgono la strada più comoda e breve: il proibizionismo. Dimenticando che la conseguenza logica di vietare un prodotto di largo consumo è la consegna di quest’ultimo in mano alla criminalità e al mercato nero. Insomma, l’argentina si candida prepotentemente come capofila della pattuglia di paesi proibizionisti e indottrinati dall’utopistica ideologia della “dipendenza zero: o smetti o muori”.

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