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È stato presentato ieri, nelle aule del Parlamento inglese, il piano presentato dall’associazione dell’industria del vaping UKvia, per impedire le vendite di sigarette elettroniche ai minori e di prodotti di provenienza illegale nel Paese. Il documento si intitola “Accelerating the Prevention of Underage and Illicit Sales of Vapes in the UK” e l’occasione per illustrarlo ai parlamentari e alla stampa è stata la presentazione della sesta edizione di Vapril, la campagna per informare i fumatori sui benefici del passaggio alla sigaretta elettronica, che ormai da sei anni coinvolge produttori, rivenditori e istituzioni per tutto il mese di aprile. Ma anche in un Paese aperto alla riduzione del danno da fumo come il Regno Unito, c’è sempre qualcosa da migliorare o qualche problema da prevenire. E dove industria, politica e sanità pubblica collaborano attivamente per uno scopo comune, è del tutto normale che sia l’associazione che raccoglie produttori, rivenditori e grossisti ad assumersi la responsabilità di formulare proposte per la soluzione delle questioni in sospeso.
La prima proposta di UKvia prevede l’introduzione di un sistema di registrazione o di un programma di autorizzazione per rivenditori (sia su strada che online), grossisti e distributori, che li impegni a una rigorosa verifica dell’età dei clienti e a vendere solo prodotti notificati alla Mhra (l’agenzia regolatrice del farmaco inglese) e conformi con il regolamento Clp per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio. Ma non dovrebbe essere solo la registrazione a garantire la buona condotta. “È ora di levarsi i guanti e colpire i trasgressori dove fa più male: nelle tasche”, ha affermato il direttore di UKvia John Dunne. E dunque la richiesta di aumentare le sanzioni pecuniarie per chi vende ai minori o vende prodotti illegali da 2500 sterline (il massimo applicabile oggi) a una cifra che può arrivare a 10 mila sterline. Inoltre i trasgressori potrebbero veder revocata la loro registrazione e dunque non essere più autorizzati a vendere prodotti del vaping.
Sempre per prevenire le pratiche scorrette, le attività registrate sarebbero sottoposte al National Test Purchasing Scheme, un sistema di controllo che dovrebbe essere autofinanziato dagli aderenti. I controlli dovrebbero essere esercitati da Trading Standards, l’ente governativo che si occupa di combattere pratiche commerciali illegali e monitorare la sicurezza dei prodotti. Per assicurarsi che l’ente abbia sufficienti risorse economiche per far fronte a questo compito, UKvia propone di finanziarlo tramite le multe ai trasgressori e il programma di registrazione per i rivenditori.
L’industria chiede infine di inserire anche i liquidi per sigaretta elettronica senza nicotina nella Tobacco and Related Products Regulations del 2016, senza però applicarvi le limitazioni a 10 ml per i flaconi. Questo farebbe sì che anche gli e-liquid senza nicotina debbano essere notificati alla Mhra e che la loro vendita sia vietata ai minori di 18 anni. Infine UKvia chiede che anche il packaging dei prodotti venga preso in considerazione per la registrazione al portale dell’agenzia del farmaco, a garanzia che non vi siano immagini o nomi che attirino i minorenni. Queste sono le proposte da inserire nel prossimo Tobacco Control Plan, ideate dalla task force speciale creata dall’associazione. “Abbiamo volute elaborare e proporre soluzioni – spiega Dunne nell’introduzione del documento – per affrontare la sfida dell’aumento del vaping fra i giovani e dei prodotti non conformi, che macchiano la reputazione duramente guadagnata di un’industria che produce l’alternativa di maggior successo e notevolmente meno dannosa alle sigarette”. Appunto, la sigaretta elettronica.