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Finanza sequestra liquidi scomposti: escamotage per eludere il fisco

Operazione delle Fiamme Gialle ai danni di un noto distributore e rivenditore online. Adesso traballa buona parte del mercato.

Senza precedenti. Inaspettato. Incomprensibile. Sconcertante. I commenti a caldo per quanto accaduto nella giornata di ieri a danno di un importante player di distribuzione e commercio online di sigarette elettroniche vanno tutti nella stessa direzione. La Guardia di Finanza ha sequestrato tutti i liquidi scomposti presenti nel magazzino, quantificati in quasi 400 mila millilitri (400 litri) che, per effetto della equivalenza con il tabacco, corrispondono a circa 2 milioni di grammi. L’accusa è dirompente: elusione fiscale. Significa cioè che secondo i finanzieri il formato scomposto, in tutte le sue versioni, sarebbe stato pensato e immesso sul mercato per raggirare la tassazione che insiste sui liquidi pronti. Insomma, un escamotage fiscale, seppure nel pieno rispetto della normativa. La Treccani, infatti, definisce così l’elusione fiscale: “l’aggiramento di una norma tributaria, volto a ridurre o a eliminare l’onere fiscale in essa sancito, mediante elaborate operazioni contrattuali o negoziali predisposte nel rispetto della legge (in ciò la differenza con l’evasione, che costituisce invece un illecito)”.
Gli avvocati e i consulenti legali dell’azienda si sono subito attivati per capire i margini di intervento e, soprattutto, come affrontare un procedimento che, seppur formalmente riguardi un singolo, va a incidere sull’intero comparto. E su una infinità di prodotti che ormai sono consolidati sugli scaffali di tutti i negozi italiani. La grande domanda a quanto successo è solo una: l’atto giudiziario è legittimo? A seconda della risposta, si apre uno scenario comunque inquietante. Se verrà accertata la liceità dell’operazione allora significa che immediatamente dovranno sparire dal commercio tutti i liquidi in formato scomposto, lasciando il campo soltanto a quelli pronti e agli aromi puri. Se invece l’azione si concluderà con un nulla di fatto, chi risarcirà ai titolari dell’azienda il danno arrecato dall’iniziativa di un singolo finanziere capo? Chi controlla il controllore? Chiunque può sbagliare, certo, ma solitamente dovrebbe pagarne le conseguenze e riparare all’errore. Troppo spesso gli errori giudiziari rimangono impuniti.
L’azione della finanza contro il commercio degli scomposti arriva a pochi giorni dalle interpretazioni dell’Agenzia delle dogane e monopoli secondo cui i negozianti non potrebbero far assaggiare i liquidi e neppure aiutare i clienti nella preparazione a vendita avvenuta. Se tre indizi costituiscono una prova, significherebbe che lo Stato vorrebbe che il vaping in Italia si limitasse ai sistemi chiusi, alle pod ricaricabili e ai liquidi pronti. Senza dimenticare che il prossimo fine settimana si terrà a Verona l’annuale edizione della fiera di settore, un evento che da otto anni richiama centinaia di brand e migliaia di appassionati. Solo un caso l’operazione di ieri oppure si intravede la possibilità di un provvedimento a orologeria?

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