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Consumatori di sigarette elettroniche in audizione in parlamento

Carmine Canino, presidente dell'associazione Anpvu, è stato chiamato per intervenire in commissione Affari Sociali (XII). Il Pd apre alla diversificazione della normativa tra fumo e vapore.

Dal Pd un’apertura verso la divisione normativa tra fumo e vapore. È accaduto durante i lavori della commissione Affari Sociali della Camera dei deputati al termine dell’audizione di Carmine Canino, presidente dell’associazione dei consumatori di sigarette elettroniche Anpvu. La Camera dei Deputati sta infatti continuando ad approfondire il piano europeo contro il cancro. Per questo nelle ultime settimane sono stati chiamati i maggiori esperti in materia e le principali organizzazioni direttamente interessate alla materia. L’associazione italiana dei consumatori di sigarette elettroniche Anpvu è impegnata in prima linea nella diffusione di informazioni e messaggi volti a contrastare il tabagismo attraverso i moderni strumenti elettronici di somministrazione di nicotina. Un importante riconoscimento, quindi, essere stati chiamati in parlamento per esprimere in sede di Commissione Affari Sociali le proprie posizioni e punti di vista, tutti debitamente documentati con citazioni di ricerche scientifiche e pubblicazioni. Ma ancora di più la proposta lanciata dall’onorevole
Come noto – ha debuttato Carmine Canino, presidente di Anpvu – la Commissione europea nel 2020 ha riconosciuto il cancro come un’emergenza sanitaria, economica e sociale presentando il piano europeo di lotta contro i tumori che include l’ambizioso traguardo della “Smoke Free Europe” entro il 2040, cioè di raggiungere il 5% di incidenza dei fumatori sulla popolazione entro quella data. Per questo motivo il Parlamento Europeo ha istituito la Commissione speciale Beca al fine di offrire ai cittadini un futuro migliore in grado di tutelare il diritto inviolabile alla salute e l’insindacabile libertà di scelta del singolo individuo.

Ugo Cappellacci (Forza Italia), presidente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati, introduce i lavori.

A tal riguardo l’Anpvu, associazione nazionale consumatori di e-cig, ha sempre ritenuto fondamentale, nel quadro della lotta al tabagismo, di prendere in esame i vari temi senza pregiudizi, analizzando i dati scientifici, consentendo ai consumatori di prendere le decisioni più opportune in maniera informata ed autonoma. In effetti, da una parte, è chiaro che l’uso di tabacco, l’inattività fisica, il consumo di alcol ed una dieta inadeguata contribuiscono ad aumentare il rischio di mortalità evitabile. D’altra parte pur condividendo l’approccio della Commissione nella lotta al tabagismo, è opportuno continuare a valutare, scevri da condizionamenti ideologici, la minore pericolosità di alternative al tabacco tradizionale che sulla base di ricerche scientifiche consolidate risultino meno dannose per la salute umana”.
“In questa prospettiva – ha aggiunto Canino citando la propria esperienza personale – e vi parlo da ex fumatore amante della ricerca, auspico che le autorità nelle attività di riforma del quadro regolatorio sul tabacco e prodotti correlati possano agire analizzando attentamente i risultati provenienti da una consolidata letteratura scientifica che provano la riduzione del rischio di esposizione del corpo umano alle sostanze tossiche generate dalla combustione del tabacco legate all’uso delle sigarette elettroniche. Al momento le istituzioni sanitarie italiane ed europee sono ancora scettiche nel considerare il potenziale per la riduzione del danno da fumo delle sigarette elettroniche, anche dal punto di vista della riduzione dei costi legati alla salute gravanti sui sistemi sanitari nazionali. Al contrario, diversi Paesi hanno adottato politiche a favore del vaping per ridurre la percentuale dei fumatori in pochi anni, attraverso l’analisi dei contributi scientifici che ne hanno dimostrato il minor danno rispetto al fumo combusto e registrato migliaia di testimonianze di persone che grazie ai vaporizzatori personali hanno smesso o diminuito il consumo di sigarette tradizionali, migliorando la qualità della propria vita.
E’ doveroso, da parte mia, a questo punto, citare i paesi scandinavi, dove è eclatantemente ridotto il numero dei fumatori, grazie all’utilizzo combinato  delle sigarette elettroniche e dei prodotti per uso orale. La Svezia ha registrato nel 2020 il tasso incidenza di fumatori più basso (7%) di tutti i Paesi dell’Ue (la media europea è del 23%), grazie all’utilizzo dei prodotti di nuova generazione a rischio ridotto come le sigarette elettroniche.  La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità conferma che la Svezia ha il più basso tasso di mortalità in Europa per tutti i tipi di cancro, compresa la più bassa incidenza di tumore ai polmoni nell’Unione europea.
Un sondaggio dell’Eurobarometro del 2015 ha rilevato che il 7% degli svedesi aveva provato il vaping, mentre nel 2020 il numero era salito al 13%. Nel frattempo, il tasso di fumo nel paese si è più che dimezzato, passando dall’11,4% del 2012 ad appena il 5,6% nel 2022. L’esperienza svedese dimostra, in modo inequivocabile e incontrovertibile, che la migliore arma per la lotta al tabagismo è quello di rendere accessibili prodotti alternativi meno dannosi, ergo è un esempio da seguire ed emulare. Pertanto tale esperienza unitamente a quella della Gran Bretagna la quale, dal 2015, attraverso Public Health England dichiara che la sigaretta elettronica è il 95% meno dannosa delle sigarette, se replicata in altri Paesi, può salvare decine di milioni di vite nei prossimi due decenni. Anche l’ultima revisione Cochrane del 17 novembre 2022 riporta che il vaping può essere più efficace di altre terapie per smettere di fumare. Tuttavia occorrerà una rinnovata apertura istituzionale con l’obiettivo di promuovere in Europa una ricerca scientifica mirata soprattutto allo sviluppo di strumenti sempre più sicuri, efficaci ed in grado di fornire maggiori garanzie di qualità per i consumatori. I dati appena menzionati e l’analisi delle evidenze scientifiche prodotte ad oggi ci invitano ad una seria riflessione: non solo sarebbe grave non considerare i vaporizzatori personali nella lotta al tabagismo, ma ancor peggio sarebbe equiparare tali strumenti al fumo tradizionale. In questo senso, molti sono gli appelli della comunità scientifica, della politica e della società civile che si concretizzano in azioni lodevoli come la recente pubblicazione a livello europeo di una lettera firmata da cento esperti indipendenti in scienza e politica del tabacco, a favore della riduzione del danno da tabacco in generale che, sovente, restano inascoltati dai legislatori e dalle istituzioni. La ricerca scientifica sul tema oramai annovera prove incontrovertibili in tema di riduzione del danno da fumo in relazione alla sigaretta elettronica. Con l’aumento del numero di persone che utilizzano vaporizzatori personali, la prevalenza del fumo combusto è diminuita a un ritmo più rapido nonostante le restrizioni applicate al settore, grazie alla ricerca da parte dei fumatori di dispositivi che riducessero il rischio di malattia e mortalità.
Sappiamo che la riduzione del danno da tabacco funziona e ci preoccupa l’ostilità dell’Oms nei confronti delle alternative più sicure al fumo combusto quali le sigarette elettroniche. Seguire pedissequamente le linee guida dell’Oms sminuisce l’impegno della Commissione europea nell’iter di controllo e certificazione dei liquidi da inalazione, processo a cui noi di Anpvu cerchiamo di fornire costantemente il nostro contributo per quanto riguarda le evidenze scientifiche sui prodotti europei differenti e più controllati rispetto a quelli di tanti altri Paesi. Anche nel recente rapporto pubblicato lo scorso 31 luglio, l’Oms ha costantemente minimizzato o negato le opportunità per un miglioramento della salute attraverso la riduzione del danno da tabacco, ha sopravvalutato i rischi, ha scelto selettivamente e male interpretato la scienza per sostenere le proprie convinzioni. L’Oms promuove divieti e un’eccessiva regolamentazione di questi prodotti senza fumo, accorpando indistintamente hardware e liquidi sostanzialmente differenti tra loro, ma ignora le probabili conseguenze indesiderate e dannose di tali misure che si tradurrebbero in un ritorno alle sigarette, peggioramento della salute dei consumatori e la nascita di un mercato nero non regolamentato. Vi posso assicurare – ha concluso Canino rivolgendosi direttamente ai commissari –  che quella da fumo è una dipendenza difficile da combattere. Sappiamo bene che i fumatori non accettano la parola assuefazione e quindi sono mal disposti verso farmaci o terapie. Ecco quindi che i vaporizzatori personali possono aiutare nella lotta al tabagismo se ne si riconosce la riduzione del rischio rispetto alle sigarette e la si accoglie come strategia come strategia sanitaria di lotta al fumo. Il nostro auspicio è di vedere le istituzioni europee e italiane applicare davvero politiche a sostegno della riduzione del danno attraverso la sigaretta elettronica.

L’onorevole Quartini (M5S).

L’unica strada è mettere i fumatori in condizione di saper scegliere in modo consapevole”. All’intervento di Canino ha ribattuto l’onorevole Quartini (Movimento 5 Stelle) centrando però il suo intervento esclusivamente sul tabacco riscaldato. “È importante chiarire che non bisogna incoraggiare l’uso di dispositivi elettronici di somministrazione della nicotina, però è chiaro che il ruolo dello Stato è quello di proteggere le persone dai rischi. L’Oms è giustamente prudente perché non sa distinguere tra riduzione del danno e riduzione del rischio. Però verso chi non riesce a smettere di fumare è corretto consigliare il tabacco riscaldato che potremmo anche definire il metadone dei fumatori”. Ha poi fatto seguito l’Onorevole Girelli (Pd): “Nonostante le campagne antifumo, nonostante l’aumento delle accise, abbiamo un numero abbastanza consolidato di fumatori che continua a fumare. Non possiamo non affrontare il tema della riduzione del danno. È importante diversificare anche le normative tra fumo e prodotti alternativi”.
Canino ha prima chiarito a Quartini che “Anpvu non rappresenta i consumatori di tabacco riscaldato ma esclusivamente di sigarette elettroniche” e che “le sue parole di oggi dimostrano che non si conoscono le differenze tra riscaldatori di tabacco e vaporizzatori personali”. Quindi ha porto la mano all’onorevole Girelli: “Mi trova d’accordo: occorre diversificare la normativa tra fumo e vapore. Noi ci siamo, quando volete si può cominciare a lavorare insieme e trovare un punto di contatto e di sintesi”.

Fabio Beatrice nel corso dell’audizione

Nel corso dell’audizione i commissari hanno ascoltato anche Fabio Beatrice, otorinolaringoiatra, direttore scientifico del Mohre, l’osservatorio mediterraneo sull’harm reduction, ai quali però non hanno posto domande. “Tutte le misure proposte dalla Commissione europea – ha spiegato Beatrice – appartengono ad ambiti fiscali e divieti. Si dimentica che il tabagismo è una dipendenza e come tale va affrontato. Però aumentare i divieti e le tasse non risolvono il problema. In questo scenario si inserisce la riduzione del rischio. Il fumatore diventa dipendente a causa della nicotina ma si ammala e muore per la combustione. I centri antifumo come unica strada per aiutare i fumatori non pare essere vincente. Lo 0,1% delle persone che fumano vengono effettivamente aiutate dai centri anti fumo. Pensiamo che la sigaretta elettronica si associa alla cessazione del 15 per cento rispetto agli altri strumenti. Questi dati sono confermati anche dai Cdc americani. Oltretutto negli Usa si è visto che aumentare le tasse sulle sigarette normali determina un aumento dell’uso di sigarette elettroniche ma vale anche il contrario. Credo – ha concluso Beatrice – che il modello di organizzazione della Gran Bretagna sia il modello più virtuoso grazie all’ausilio della sigaretta elettronica”.

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