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Polosa audito alla Camera: “Serve applicare la riduzione del danno da fumo”

Nella lotta contro il cancro è fondamentale operare un cambio di passo nelle politiche di contrasto al tabagismo. E cita gli esempi virtuosi internazionali.

In Italia ci sono milioni di fumatori che non vogliono o non riescono a smettere e non esiste nessuna politica sanitaria che se ne prenda cura. Siamo d’accordo che la cosa migliore sia smettere completamente di fumare, ma per chi non vuole o non può farlo è necessaria un’alternativa che riduca l’esposizione alle sostanze dannose. Serve un approccio fondato sulla riduzione del danno da fumo”. Lo ha affermato il professore Riccardo Polosa, fondatore del del Coehar, Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo, e professore ordinario di Medicina interna presso l’Università di Catania, durante un’audizione da poco terminata in Commissione affari sociali della Camera dei deputati sul Piano europeo di lotta contro il cancro.

Ugo Cappellacci (Fi), presidente della XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati.

Il programma europeo, ha ricordato Polosa, vuole contrastare il peso delle patologie tumorali nei paesi dell’Unione europea e uno dei quattro pilastri su cui si fonda è la prevenzione. Il Coehar ritiene, ha spiegato ancora il medico catanese, che sia molto importante comprendere il ruolo della riduzione del danno per facilitare gli obiettivi del piano.
È noto che molte patologie tumorali sono legate al fumo ed è quindi importante una politica di contrasto del tabacco, anche per raggiungere l’ambizioso obiettivo di portare il tasso di fumo entro il 5%, dal 25% odierno. Secondo Polosa è evidente le politiche odierne non sono sufficienti, ma è invece necessario un cambiamento di passo che includa la riduzione del danno. Bisogna seguire l’esempio, ha continuato, di paesi Come la Gran Bretagna, il Giappone, la Norvegia e la Svezia, quest’ultima già smoke-free con 17 anni d’anticipo rispetto all’obiettivo europeo e quella la più bassa prevalenza di tumori polmonari in tutto il continente.
Si muore per il catrame, non per la nicotina”, ha affermato Polosa, ricordando che quest’ultima non causa cancro né danni polmonari, riconducibili invece alle sostanze sprigionate dalla combustione. Ed è per questo che bisogna attuare la riduzione del danno da fumo, avvalendosi di strumenti tecnologici che erogano nicotina senza le sostanze dannose della combustione.

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