Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Ricercatori contro la tassa sulle sigarette elettroniche del Regno Unito

Secondo gli accademici della Lsbu, tassare i liquidi in base alla nicotina può causare più danni che benefici.

Una critica all’intenzione del governo britannico di tassare i liquidi per sigaretta elettronica arriva dal mondo accademico e in particolare dai ricercatori della London South Bank University, che hanno condotto numerosi studi sulla materia. Gli accademici ritengono che la formula scelta di far aumentare il prelievo fiscale in maniera proporzionale alla concentrazione di nicotina, possa avere conseguenze sanitarie negative e indesiderate. Secondo quanto annunciato dal cancelliere dello scacchiere Jeremy Hunt lo scorso 6 marzo, la tassa sugli e-liquid prevederà tre aliquote per ogni 10 ml di liquido. Ai prodotti senza nicotina sarà applicato un prelievo di 1 sterlina, a quelli con nicotina inferiore a 11 mg/ml di 2 sterline e infine per quelli con nicotina compresa fra 11 e 20 mg/ml la tassa sarà di 3 sterline. La misura dovrebbe entrare in vigore nell’ottobre del 2026.

La professoressa Lynne Dawkins

Una formulazione che non convince i ricercatori. “La proposta di tassare gli e-liquid in base alla concentrazione di nicotina è mal concepita, non basata su prove scientifiche, e potrebbe causare più danni che benefici – commenta Lynne Dawkins, docente di studi su nicotina e tabacco presso la London South Bank University – Il prelievo più alto sui liquidi con nicotina più elevata spingerà le persone ad acquistare concentrazioni di nicotina inferiori, ma ciò costringerà i consumatori a svapare di più per cercare di raggiungere i livelli di nicotina nel sangue di cui hanno bisogno”. Aumentando così il potenziale rischio di esposizione a tossine.
Proprio una ricerca del 2018 condotta dell’ateneo londinese, di cui vi abbiamo parlato su queste colonne, rivela che le persone che utilizzano liquidi a basso contenuto di nicotina aspirano più profondamente e più spesso rispetto a chi usa liquidi ad alto contenuto di nicotina. “La nostra ricerca – spiega infatti Dawkins – ha solidamente dimostrato che l’uso di concentrazioni di nicotina inferiori è associato al consumo di più e-liquid attraverso boccate più lunghe, più profonde e più frequenti. Ciò si traduce in una maggiore esposizione a sostanze chimiche potenzialmente dannose presenti nel vapore”. E questa non è l’unica preoccupazione dei ricercatori, che paventano anche il rischio che la tassa più alta sui liquidi con più nicotina possa incoraggiare le persone con redditi più bassi a tornare a fumare sigarette (che, sottolineano, sono più dannose), perché non soddisfatte dai prodotti per il vaping più economici ma con meno nicotina.
Secondo Dawkin è proprio l’idea di tassare la nicotina che non ha base scientifica. “La struttura per soglie proposta – spiega – non coglie il punto, perché eventuali danni associati allo svapo potrebbero derivare da altri componenti come il glicole propilenico, la glicerina vegetale e gli aromi, non dalla nicotina. Ma la nicotina in concentrazioni sufficientemente elevate è quello di cui i fumatori hanno bisogno per riuscire a smettere di fumare”. In ogni caso, i ricercatori della London South Bank University sottolineano che, anche se nel vapore possono essere presenti sostanze chimiche tossiche, queste sono molto meno numerose e in concentrazioni inferiori rispetto a quelle presenti nel fumo di tabacco. “Le prove scientifiche finora disponibili – concludono – dimostrano che le sigarette elettroniche, sia ad alto che a basso contenuto di nicotina, sono molto meno dannose del fumo”.

LEGGI ANCHE:

Regno Unito: confermata la nuova tassa sulle sigarette elettroniche

Sigaretta elettronica, meglio non avere fretta di ridurre la nicotina

Articoli correlati