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Sigaretta elettronica efficace anche senza supporto medico

Uno studio americano ha esaminato uno scenario realistico in cui i fumatori non ricevono particolare assistenza nell'adozione del vaping.

Un nuovo studio pubblicato su eClinical Medicine, parte di The Lancet Discovery Science, dimostra l’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare. Questo lavoro, però, ha una particolarità rispetto a molti altri. Gli autori, infatti, hanno ricreato quello che definiscono una “situazione naturalistica” dell’adozione della sigaretta elettronica, cioè hanno cercato di osservare quello che accade nella realtà quando un fumatore sceglie il vaping autonomamente, senza un contesto medico di supporto. Lo studio, intitolato “Effect of unguided e-cigarette provision on uptake, use, and smoking cessation among adults who smoke in the USA: a naturalistic, randomised, controlled clinical trial”, è stato condotto da nove ricercatori americani coordinati da Matthew J. Carpenter della Medical University of South Carolina e finanziato dal National Cancer Institute.
Per questo studio clinico “naturalistico”, randomizzato e controllato sono stati reclutati da 11 diverse città americane 638 fumatori adulti che avevano esperienza minima con le sigarette elettroniche e diverse motivazioni: cioè non erano necessariamente intenzionati a smettere di fumare. In maniera casuale, solo una parte di questi ha ricevuto gratuitamente una e-cigarette con cartucce precaricate con diversi gusti sufficienti per quattro settimane. Lo scopo principale dello studio era valutare in modo descrittivo l’adozione e l’uso della sigaretta elettronica e, in secondo luogo, valutare il suo impatto sul fumo. Quest’ultimo è stato valutato in sei mesi di follow-up, prendendo in considerazione l’astinenza auto-riferita, l’incidenza dei tentativi di smettere e la riduzione del fumo.
I risultati mostrano una robusta diffusione delle sigarette elettroniche: circa il 70% dei partecipanti ha utilizzato il prodotto, con un utilizzo medio superiore a 4 giorni a settimana durante i primi 30 giorni. Anche i risultati relativi al fumo hanno favorito il gruppo di sigarette elettroniche rispetto al gruppo di controllo che non aveva ricevuto il prodotto, inclusa l’astinenza a sei mesi, l’incidenza cumulativa di tentativi di smettere nelle 24 ore e la riduzione del fumo di almeno il 50% rispetto all’inizio dello studio. Questo nonostante i riscontri mancanti siano stati interpretati come fumo.
Insomma, questo studio dimostra che anche in uno scenario non clinico, in cui il fumatore non riceve istruzioni e assistenza medica per l’uso delle sigarette elettroniche (che poi è la situazione più frequente nella realtà), il vaping si dimostra efficace. “A complemento degli studi incentrati sulla cessazione – concludono infatti gli autori – i risultati suggeriscono che l’uso non guidato di sigarette elettroniche porta anche alla cessazione del fumo, attenuando l’idea che gli effetti causali delle sigarette elettroniche sulla cessazione non riflettano lo scenario reale dell’uso autodeterminato. Per i fumatori che potrebbero non essere in grado di smettere utilizzando gli approcci farmacologici esistenti, si può considerare che le sigarette elettroniche raggiungano tale scopo”.

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