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Oms, la Cop10 si chiude senza sussulti ma è mistero sulla presenza italiana

La conferenza si chiude con un appello alle nazioni di tenere conto dell'impatto ambientale derivante dalla produzione e smaltimento dei prodotti del tabacco. Secondo fonti di stampa, l'Italia non avrebbe inviato la delegazione ministeriale.

Abbiamo preso una decisione storica sull’articolo 18: esorta le parti a tenere conto degli impatti ambientali derivanti dalla coltivazione, produzione, consumo e smaltimento dei prodotti del tabacco e a rafforzare l’attuazione di questo articolo, anche attraverso politiche nazionali relative al tabacco e alla protezione dell’ambiente”. È questa dunque, secondo il capo del segretariato della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms Adriana Blanco Marquizo, il principale risultato della Cop10, la decima Conferenza delle parti svoltasi dal 5 al 10 febbraio a Panama.
In attesa della pubblicazione dei documenti conclusivi e in mancanza di resoconti dettagliati vista l’esclusione della stampa dai lavori importanti, si può per ora fare affidamento solo ai comunicati stampa e ai discorsi conclusivi del meeting, che ha visto le delegazioni di oltre 180 paesi riuniti nel paese centroamericano.

Adriana Blanco Marquizo

E a questo proposito, occorre segnalare che, a quanto riportato da Claudio Antonelli sul quotidiano La Verità, l’Italia all’ultimo momento non ha inviato la sua delegazione, facendosi rappresentare da un diplomatico dell’ambasciata locale. La motivazione, secondo Antonelli, va rintracciata nella mossa di qualche mese fa della Commissione europea che chiese agli Stati di fatto una delega a prendere in sede di Cop10 decisioni che non avrebbero poi dovuto passare al vaglio del Consiglio, cioè paesi membri dell’Unione europea. In pratica un’asse Commissione-Oms che avrebbe spogliato gli stati delle loro prerogative. Il nostro paese lamentò questa procedura e il mancato invio della delegazione sarebbe un gesto per ribadire questa contrarietà.
Ma torniamo a quanto deciso alla Cop10. Oltre alla questione ambientale, si punta a rafforzare le linee guida sulla pubblicità, promozione e sponsorizzazione transfrontaliera del tabacco e sulla rappresentazione del tabacco nei media di intrattenimento. Sono poi stati istituiti due gruppi di esperti, uno per lavorare su misure lungimiranti di controllo del tabacco e uno sull’articolo 19 (responsabilità) della Convenzione. Non si è raggiunto, invece, l’accordo sulla creazione di gruppi di esperti sugli articoli 9 (regolamentazione della composizione dei prodotti) e 10 (regolamentazione delle informazioni che devono figurare sui prodotti del tabacco), questione che ha suscitato un lungo dibattito. La soluzione è rimandata alla Cop11. Giova ricordare che il gruppo di esperti è composto esclusivamente da persone designate dalla Convenzione, mentre nei gruppi di lavoro siedono rappresentanti scelti dagli Stati. La Cop10 ha, inoltre, deciso di promuovere i diritti umani attraverso la convenzione e ha adottato la Dichiarazione di Panama sul conflitto fra gli interessi dell’industria del tabacco e quelli della salute pubblica. Questo è quanto emerge dai comunicati ufficiali.
Per il resto, come già riportato nei giorni scorsi, di certo c’è che la propaganda anti riduzione del danno è continuata costantemente. Durante la conferenza stampa finale, sul podio degli oratori si alternavano il logo della Cop10 e la scritta “Vapear no es cool”. Le Filippine sono state decisamente bullizzate per essersi espresse in favore di un approccio al controllo del tabacco che prevede anche la riduzione del danno e addirittura la ong Global Alliance for Tobacco Control ha conferito al paese il “portacenere sporco” (una sorta di tapiro) per – si legge – “il suo uso sfacciato della tattica dell’industria del tabacco nel discutere ostinatamente e causare ritardi durante tutta la Cop10”. Insomma, la tattica, questa sì, della Convenzione per il controllo del tabacco rimane la stessa: accusare chiunque abbia una visione diversa dalla sua della lotta al fumo di essere in combutta con l’industria del tabacco.

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