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British Thoracic Society: dare sigaretta elettronica ai pazienti fumatori ricoverati

La posizione è contenuta in un documento per la gestione medica in ospedale delle persone con dipendenza dal tabacco.

La British Thoracic Society, ente britannico che si occupa di migliorare l’assistenza delle persone affette da malattie respiratorie, ha appena pubblicato una posizione clinica sulla gestione medica dei pazienti con dipendenza dal tabacco ricoverati in ospedale. Il documento, intitolato “Medical management of inpatients with tobacco dependency” è stato pubblicato sulla rivista Thorax ed è firmato da dieci specialisti di diversi ospedali del Regno Unito, guidati dal professor Sanjay Agrawal del Dipartimento di medicina respiratoria presso il Glenfield Hospital di Leicester. Gli autori prevedo diversi step d’intervento. Uno di questi si occupa della sigaretta elettronica.
Dopo aver accertato la dipendenza dal tabacco del paziente, medici e operatori sono invitati ad affrontare il ruolo della nicotina, spiegando al paziente che la sostanza crea la dipendenza ma non è la causa dei danni del fumo. “I danni – si legge – provengono da migliaia delle sostanze chimiche tossiche prodotte quando il tabacco viene bruciato per creare fumo. Mantenere queste sostanze chimiche tossiche fuori dal corpo durante il ricovero in ospedale aiuterà i pazienti con malattie in fase acuta a riprendersi più rapidamente”. Dopo queste prime due fasi, continua la British Thoracic Sosciety, bisogna occuparsi di alleviare i sintomi dell’astinenza da nicotina, sottolineando, si legge ancora, che “non fumare non deve necessariamente significare non assumere nicotina”. Si consiglia poi l’adozione immediata di un protocollo di somministrazione di terapie sostitutive a base di nicotina (cerotti più un prodotto ad azione rapida come inalatori, pastiglie e spray orali) e il coinvolgimento di un consulente per la cessazione interno all’ospedale.
Ma anche la sigaretta elettronica ha il suo ruolo. Gli operatori ospedalieri sono infatti invitati a “fornire informazioni accurate e coerenti sul vaping”. “Le sigarette elettroniche con nicotina – affermano gli autori – forniscono la sostanza in alte dosi e ad azione rapida e possono aiutare ad alleviare l’astinenza e l’urgenza di fumare. Il vaping è uno strumento efficace nel trattamento della dipendenza dal tabacco e può essere utilizzato per supportare i pazienti durante un ricovero ospedaliero e per aiutare a raggiungere l’astinenza a lungo termine”. Naturalmente bisogna anche consigliare ai pazienti di passare allo svapo esclusivo, abbandonando completamente il fumo sia durante il ricovero che dopo le dimissioni, per massimizzare la riduzione del danno.
La British Thoracic Society consiglia anche, qualora la sigaretta elettronica sia utilizzata durante un ricovero, di affiancarla ad altre terapie con nicotina, per “coprire” il paziente quando si trova in orari e luoghi in cui non è consentito svapare, e anche di fornire sostegno comportamentale per rendere più efficace il vaping. Il consiglio finale da dare al paziente che usa la sigaretta elettronica come parte del trattamento della dipendenza dal tabacco, conclude il documento, è di iniziare a ridurre l’utilizzo al momento appropriato e di smettere di svapare quando il rischio di ricadere nel fumo è ridotto al minimo.
Insomma, pare che nel Regno Unito si stia verificando una situazione inedita. Mentre il governo sembra aver scelto una nuova linea di tassazione e limitazioni sulla sigaretta elettronica, il mondo medico e scientifico continua invece a considerarla un importante alleato nella lotta al fumo. Una contrapposizione che rischia di creare forte confusione nel pubblico e di avere una sola grande vittima: la salute dei fumatori.

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