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di Andrea Menna
In questo mese ho preso un sacco di decisioni per quanto riguarda la mia vita da vaper. Ho abbandonato il mondo di Youtube, ho smesso di essere admin di due gruppi social tra cui il più famoso – Svapo Italia – e ho intrapreso l’hobby del modder con la box Mi Vape. Ma oltre a questo ho maturato un certo fastidio rispetto a ciò che è il movimento dei vapers in Italia. O meglio, il movimento social dei vapers, e più nello specifico quello di Facebook per intenderci.
Da amministratore di Svapo Italia ho visto e capito molte dinamiche, ho cercato di abbandonare la figura dell’hard vapers per mettermi a disposizione di coloro che si avvicinavano al mondo delle ecig. Svapo Italia è il primo porto di approo dei neo svapatori quando decidono di raccogliere informazioni su Facebook. Molte volte esordiscono con domande che possono sembrare assurde ma se cerchiamo di essere persone reali e non personaggi ci rendiamo benissimo conto che anche “noi” siamo stati dei novizi e probabilmente portatori di domande ancora più inverosimili.
Credo che per la generazione dei vapers come la mia (ovvero chi ha cominciato a svapare 4 o 5 anni fa) la strada della conoscenza sia stata più complicata, ma ciò non significa che debba esserlo anche per chi si avvicina solo oggi a questo mondo. Quale deve essere l’obbiettivo del nostro movimento? Dobbiamo essere una lobby chiusa o accogliere il numero maggiore di consensi e persone? Questa domanda mi sorge osservando il comportamento del mercato e degli utenti. Tendiamo molto spesso a ridicolizzare le domande degli inesperti e quindi a far sì che questi non si sentano coinvolti. Spesso ci dimentichiamo che probabilmente queste persone sono nella fase più complicata, quella del distacco dalle sigarette. Cosa potrebbe scattare nella loro testa se l’accoglienza il rispetto verso i loro quesiti venissero a mancare?
La stessa cosa si può dire quando misuriamo la nostra “maestosità” attraverso l’esposizione di “mod” di spessore, vediamo giudizi arroganti appellativi inqualificabili (“pezzenti” , “poveracci”, solo per citarne alcuni) ma la domanda che ci dobbiamo porre è? Chi è il vero vaper? Quello che fa book fotografici dalla mattina alla sera e poi di nascosto si fuma la sua sigaretta oppure chi si sbatte per smettere di fumare e trova soddisfazione con un prodotto commerciale? Chi è il “tossico”? Quello che deve dimostrare di avere tutto oppure chi trova soddisfazione con un prodotto entry level? Questo sfogo vuole aprire un dibattito su quello che oggi è lo svapo nel mondo. Si stanno creando fazioni su fazioni, gruppi su gruppi e a volte vere e proprie sette.
Non si stava meglio quando nei forum vi erano discussioni aperte ed interessanti? Non si stava meglio quando si era a disposizione di tutti senza inutili guerre? Badate, non sono un nostalgico ma a lungo andare sono tutte cose che pagheremo. E come? Con la morte dello svapo social.
Dobbiamo tornare ad essere movimento e non essere setta; dobbiamo tornare a fare gruppo e meno gruppi; dobbiamo tornare a svapare piuttosto che posare. Il mio sogno per il 2017 è questo: tornare ad una migliore normalità ed evitare di fare inutili e stupide guerre. Viva lo svapo, libero e unito.