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Quando un titolo non fa la ricerca

di Beatrice Mauri

L’Independent la spara subito grossa, titolando: “Vaping ‘no better’ than smoking regular cigarettes” (svapare ‘non è meglio’ di fumare sigarette convenzionali). Il Guardian, bontà sua, fa almeno lo sforzo di metterci un condizionale: “E-cigarettes may be – potrebbero essere – ‘no better’ than regular cigarettes”. E via con una cascata di articoli e titoli copia-incolla in giro per il web.

Cosa è successo? Che un team di laboratorio del Veterans Affairs San Diego Healthcare System ha testato due prodotti e ha trovato che danneggiavano le cellule in un modo che potrebbe risultare cancerogeno. In pratica le cellule esposte al vapore avevano maggiori possibilità di morire rispetto a quelle che non erano state esposte. Detto così i risultati dello studio appaiono seriamente allarmanti.

Per fortuna, continuando nella lettura del comunicato stampa che illustra la ricerca, scopriamo che le cose potrebbero non essere esattamente così. È proprio la dottoressa Jessica Wang-Rodriguez, una delle responsabili dello studio, a sottolineare che i test in laboratorio “non imitano le dosi reali” assunte da un utilizzatore di e-cig. Anzi, spiega la dottoressa: “In questo particolare studio, è come se qualcuno avesse fumato continuamente per ore e ore, assumendo quindi una quantità di vapore più alta del normale”. Non solo, la Wang-Rodriguez ammette anche che le cellule utilizzate in laboratorio non sono “completamente paragonabili a quelle di una persona in vita” e quindi è molto probabile che il vapore delle e-cigarettes abbia nella realtà effetti diversi da quelli visti in laboratorio. Insomma, tanto rumore per nulla? Forse no, perché la stessa dottoressa poi conclude: “Credo che le sigarette elettroniche non siano migliori di quelle normali”, la frase riportata in tutti i titoli dei giornali. Fortunatamente la sua opinione non è condivisa da scienziati e oncologi di grande fama ed esperienza, primo fra tutti il nostro Umberto Veronesi che crede che l’e-cig contribuirà a salvare molte vite. Intanto, per chi volesse farsi una sua opinione, suggeriamo la lettura del comunicato stampa ufficiale sullo studio e di questo interessante articolo del Daily Caller.

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