© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Un comparto che nel 2010 fatturava un milione di euro e che per quest’anno potrebbe essere almeno di venti volte tanto. Il fumo elettronico in Svizzera però vive in una sorta di zona grigia: si possono vendere soltanto liquidi a zero nico. Almeno fino al 2018 quando la legge sarà rimessa in discussione ed (eventualmente) modificata. La pressione maggiore riguarda ovviamente l’abolizione del divieto di vendita della nicotina liquida. Intanto le istituzioni cominciano a muoversi e l’Uffico federale di sanità pubblica ha diffuso i dati di una recente ricerca.
La revoca del divieto di vendita dei liquidi con nicotina produrrebbe una riduzione istantanea “del 2,1 per cento” dei fumatori. I ricercatori del Centro di Lavoro e delle Politiche Sociali parlano di una “stima prudenziale”. La tesi è supportata dal fatto che quasi tutti i consumatori di ecig fumano allo stesso tempo anche sigarette tradizionali. Ma è anche un altro dato a far notizia: il 15 per cento dei fumatori smetterebbe in tempi relativamente brevi totalmente di fumare se potesse assorbire nicotina attraverso la sigaretta elettronica. L’agenzia federale ha basato la proiezione sui dati francesi dove invece è lecito vendere nicotina.
E a chi denuncia che una minore vendita di sigarette significherebbe anche meno tasse nelle casse dello Stato, i sostenitori del fumo elettronico ribadiscono che questo potrebbe tuttavia essere compensato da introiti supplementari generati dall’imposta sul valore aggiunto e delle imposte dirette appositamente ed eventualmente create per le sigarette elettroniche. Ovviamente la tassazione dovrà essere sostenibile e non vessatoria come invece è in Italia, altrimento l’effetto “buco erariale” sarà perlomeno triplicato.
