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Belgio, chiusi tutti gli eshop di ecig. Anche grossisti.

Nuove regole in vigore da domenica 13 marzo: alla liberalizzione della vendita su strada dei prodotti del vaping si contrappone la chiusura totale degli shop online, sia per i privati che per i negozianti.

di Stefano Caliciuri

Il Belgio ha chiusi i canali web per la vendita di ecig e liquidi di ricarica. La disposizione è entrata in vigore domenica 13 marzo, in parallelo alla liberalizzazione delle vendite in qualsiasi shop fisico e non soltanto nelle farmacie. Se da un lato, dunque, si ha ampia libertà nel commercio de visu, dall’altro è stata cancellato un importante anello della filiera, ovvero la vendita on line. Il blocco è totale, questo significa non soltanto divieto di acquisto per i privati ma soprattutto divieto di rifornimento da parte dei rivenditori. Le aziende dovranno dunque tornare al vecchio costume del porta a porta, con agenti fisici itineranti su tutto il territorio nazionale che proporranno i loro prodotti, siano ecig o liquidi. Limiti anche nella vendita dei prodotti: potranno essere trattati soltanto prodotti certificati e omologati dall’apposito ente certificatore.

Schermata 03-2457463 alle 13.13.15Il problema, segnala l’associazione Union Belge pour la Vape, è che al momento non è ancora stato costituito. Anche in Belgio, dunque, sono di fronte ad un problema analogo all’Italia, solo che per loro le norme sono già entrate in vigore. “Chiedere 125 euro – commentano dall’associazione dei vapers – per “omologare” un prodotto del tabacco contro gli oltre 4mila euro necessari per i prodotti del vaping è un’assurdità. Tutto è stato lasciato in mano alle Big del tabacco. Consumatori e produttori non hanno avuto alcuna voce in capitolo se non dover abbassare la testa alle richieste delle mutinazionali e delle lobby che le sostengono“. Speriamo che la storia non si ripeta anche in Italia. Le premesse, purtroppo, non sono molto differenti.

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