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di Beatrice Mauri
Tempi di trasparenza per le lobby anche nel nostro Paese. O almeno questo dovrebbe essere lo scopo della Ipotesi di Regolamentazione dell’attività di lobbying che dovrebbe essere presto inserita nel Regolamento della Camera dei Deputati. Il compito di elaborare il documento è stato dato all’on. Pino Pisicchio del Gruppo Misto che ha previsto importanti novità per chi si occupa di relazioni istituzionali, definite come “ogni attività svolta da persone, associazioni, enti e società attraverso proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione orale e scritta anche per via elettronica, intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera dei deputati“.
L’ipotesi di regolamentazione prevede l’istituzione presso l’Ufficio di Presidenza di un Registro dell’attività di relazione istituzionali nei confronti dei deputati e la pubblicazione di tale registro sul sito internet della Camera. Chi svolge attività di lobbying dovrà indicare, oltre ai dati anagrafici e al domicilio professionale, le attività di relazione che intende svolgere e quali soggetti istituzionali intende contattare.
Due volte all’anno – il 30 giugno e il 31 dicembre – gli iscritti al registro dovranno presentare alla Camera una relazione dell’attività svolta nel semestre precedente. Saranno tenuti a dare conto “dei contatti effettivamente posti in essere, degli obiettivi conseguiti, dei mezzi impiegati e delle spese sostenute. Le relazioni devono, inoltre, contenere un elenco delle persone, associazioni, enti o società e dei rispettivi rappresentanti nel cui interesse l’attività di relazione istituzionale è stata svolta, con le eventuali variazioni intervenute, nonché dei dipendenti o collaboratori che hanno partecipato all’attività e dei soggetti istituzionali contattati“. L’Ufficio di presidenza può decidere di verificare quanto dichiarato e anche queste relazioni saranno pubblicate sul sito internet della Camera.
Ma non solo i lobbysti sono chiamati alla trasparenza. Anche per i deputati l’Ipotesi di Condotta prevede qualche novità. Oltre all’obbligo dichiarare all’Ufficio di Presidenza il proprio status patrimoniale, le spese sostenute per la campagna elettorare e ogni donazione ricevuta superiore ai 5000 euro e di rendere pubblici i propri interessi finanziari, i deputati dovranno astenersi “dall’accettare doni o benefici analoghi, salvo quelli di valore inferiore a 250 euro, offerti conformemente alle consuetudini di cortesia, o quelli ricevuti conformemente alle medesime consuetudini qualora rappresentino la Camera in veste ufficiale”. Per vigilare si prevede l’istituzione di un Comitato consultivo sulla condotta dei deputati.
Dal punto di vista del vaping questa ipotesi di regolamentazione, qualora fosse adottata, non può che essere una buona notizia. Troppe volte il settore si è sentito, a torto o a ragione, vittima di forti interessi che agivano nell’ombra. Se si riuscisse a portarli alla luce del sole ne avrebbe solo da guadagnare.