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di Teodoro Brandis
Malta, Cipro, Grecia ma soprattutto Slovenia sono a rischio sanzioni dalla Ue. I quattro Paesi non hanno neppure cominciato l’iter di approvazione della Tpd e, visti i tempi, sono seriamente a rischio di non riuscire a recepirla entro il prossimo 20 maggio.
Se non rispettano la scadenza prefissata dalla Commissione, ovvero il 20 maggio 2016, saranno prese sanzioni contro i governi nazionali che, a cascata andranno a colpire le aziende produttrici e distributrici che hanno sede in ognuno dei Paesi in questione. In caso di non approvazione, inoltre, l’Unione europea potrebbe richiedere d’ufficio l’approvazione tale e quale del testo originario della Tpd, metttendo dunque i quattro Paesi con le spalle al muro perché la direttiva, così come impostata, è assai più stringente rispetto ai testi recepiti a livello nazionale. Sono molte le aziende italiane con sede in Slovenia: per loro dunque, se il governo ex Jugoslavia non interviene in tempi rapidissimi, potrebbero aprirsi scenari poco piacevoli.