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di Beatrice Mauri
“I piani illiberali dei laburisti si sono scontrati contro le evidenze scientifiche“. Con queste parole la deputata gallese Lib-dem Kirsty William ha commentato la sconfitta della proposta laburista per proibire l’uso della sigaretta elettronica in luoghi pubblici e in presenza di minori. E ha poi aggiunto: “Se hai contro una schiera di esperti e di fondazioni benefiche come Cancer Research Uk, dovresti capire che sei dalla parte sbagliata“. Più precisamente il progetto di legge presentato all’Assemblea gallese prevedeva di proibire l’uso di ecig in luoghi come scuole, ristoranti e trasporti pubblici. Ma il progetto, duramente avversato dall’opposizione e da alcune organizzazioni no-profit, non è passato per un voto.
Decisivo è stato il voto contrario del Plaid Cymru, il partito indipendentista gallese, che dopo molte titubanze si è allineato alle tesi dei Conservatori e dei Liberaldemocratici. Uno smacco non da poco per la maggioranza laburista. “Abbiamo proposto al governo di ritirare il bill prima del voto e di riconvocare l’Assemblea subito dopo Pasqua per votare un progetto senza le parti sulla sigaretta elettronica – ha commentato un portavoce di Plaid Cymru – In quel caso lo avremmo votato“.
Ma non sono stati solo i politici ad esprimere perlessità sul divieto. La British Heart Foundation, durante un’audizione in commissione parlamentare, non aveva esitato a definire il provvedimento “di mano pesante”. Il gruppo di pressione Forest era stato ancora più chiaro: “I vapers sono quasi esclusivamente fumatori che vogliono diminuire il consumo di sigarette o smettere di fumare. Poiché non ci sono prove scientifiche che le sigarette elettroniche facciano male a chi le usa o a chi è vicino, sarebbe altamente controproducente scoraggiarne l’uso nei luoghi pubblici“. In Galles si registra una vittoria dei vapers. Che in tempi di recepimento della Tpd non è poco.