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di Stefano Caliciuri
Duecentoquaranta milioni di euro investiti in ricerca e sviluppo e un team di 50 scienziati: sono i numeri messi in campo da British American Tobacco per garantire la sicurezza e la certificazione di qualità della sigaretta elettronica Vype. Il dispositivo di vaporizzazione ad uso personale, dopo la fase di lancio a Firenze, è pronto ad essere distribuito prima nelle maggiori città d’Italia e poi su tutto il territorio nazionale. Ma il pool di ricercatori sta lavorando alacremente a stretto contatto con le istituzioni inglesi poiché la cigalike Voke è stata scelta dal governo come dispositivo prescrivibile dal sistema sanitario nazionale per smettere di fumare.
Accanto l’attività di produzione e vendita di ecig, Bat non molla però la presa sul tabacco e sulla produzione di sigarette tradizionali. Soltanto in Italia ha acquistato negli ultimi anni oltre 100 milioni di euro di tabacco, prevedendo un piano di investimenti di circa un miliardo di euro da destinare al sostegno del prodotto di qualità made in Italy.
L’Italia, con circa 15mila ettari coltivati e oltre 50mila tonnellate prodotte, è il primo paese produttore di tabacco in Europa e il quattordicesimo nel mondo. Secondo quanto diffuso dalla multinazionale, nel 2015 Bat ha incrementato il sostegno ai coltivatori e ha intensificato gli interventi per la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza sul lavoro. Il 98,2 per cento del legno necessario agli agricoltori nella cura del tabacco è stato ottenuto in maniera sostenibile e questo – si legge in comunicato – “ha consentito di guadagnare un punteggio pieno dal Dow Jones Sustainability (Djsi) per l’approvvigionamento di materie prime” .