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Una nuova ricerca sperimentale avrebbe dimostrato come i vapori della sigaretta elettronica sprigionerebbero due sostanze cancerogene. Le prove sono state effettuate da un pool di ricercatori statunitensi, francesi e argentini. Pubblicata su Enviromental, Science e Technology, dimostrerebbe come le sigarette elettroniche utilizzate ad alte temperature provocherebbero la creazione di sostanze potenzialmente cancerogene. Dalle analisi risulterebbe che i vapori contenevano fino a trentuno composti, tra cui nicotina, formaldeide, acetaldeide, glicidi, acroleina e diacetile.
Pare di rileggere una storia già conosciuta nell’ambiente del fumo elettronico. Già negli anni passati era esplosa una polemica del genere, raffreddata poi dagli stessi ricercatori su pressione della stampa di settore che aveva scoperto come la ricerca in questione non era indipendente ma frutto di una precisa commissione di una multinazionale del tabacco.
Non sappiamo che anche questa volta si tratta di una forma di informazione pilotata, ma certamente riproporre a distanza di due anni risultati analoghi, in un momento in cui la sigaretta elettronica sta tornando in auge tra i consumatori, lascia alcune perplessità.
Una su tutte: perchè non produrre una ricerca comparata tra sigaretta elettronica e sigaretta tradizionale, evidenziando non tanto i livelli minimi di eventuale tossicità sprigionata ma le percentuali di minore tossicità tra ecig e tabacco? Probabilmente l’impatto mediatico sarebbe ben differente. In altre parole, il confronto tra le criticità della sigaretta elettronica rispetto le sigarette tradizionali, come più volte evidenziato dalla maggior parte della comunità scientifica internazionale, è esattamente quella che intercorre tra andare in bicicletta su una strada sterrata e viaggiare a 200 km/h contromano in autostrada. Come riportato e dimostrato nel libro libro Storia della sigaretta elettronica tra lobby, politica e salute, le lobby del tabacco non avendo possibilità di pubblicità o di comunicazione libera, provvedono a finanziare gruppi di ricerca al fine di “consigliare” le tesi conclusive della ricerca. A volte sono ben camuffate, altre volte vengono smascherate presto: la sostanza però non cambia. Il neonato Comitato scientifico internaizonale sulla sigaretta elettronica saprà certamente nei prossimi giorni rispondere con accuratezza e competenza. D’altronde, al di là di qualunque tesi scientifica, a volte è sufficiente la pratica e l’esperienza. E la pratica e l’esperienza (uniti al comune buonsenso) dicono che vapore non è fumo. Nessun confronto, nessun paragone. Il fumo fa certamente male, il vapore ne fa non più di poco (se lo fa). Punto.