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“Non ci sono ancora abbastanza studi” è il leit motiv che si ripete quando si parla di sigaretta elettronica e dei suoi effetti sulla salute. Non ultimo lo ha ripetuto ieri il commissario europeo alla salute, Vytenis Andriukaitis, di fronte ai membri della Commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo. Da qui, da questa incertezza scientifica deriverebbe la necessità di regolamentare in maniera stringente il mercato della sigaretta elettronica e di applicare tassazioni vessatorie, equiparandolo di fatto a quello delle sigarette di tabacco (la cui nocività, detto per inciso, è invece accertata da decenni).
Sarà pur vero. Ma è vero anche che solo nei primi tre mesi dell’anno in corso sono ben cinquanta le ricerche condotte sulla sigaretta elettronica e pubblicate sulla stampa specializzata. E c’è davvero di tutto. Per esempio la ricerca sull’assorbimento transdermico della nicotina durante le operazioni di ricarica dell’ecig condotta dal professor Giovanni Maina dell’Università di Torino, da cui è risultato che l’assorbimento è veramente minimo e non rappresenta un pericolo per la salute. Il Center for Disease Control and Prevention di Atlanta, invece, si è occupato del rischio cardiovascolare per le donne che prendono contraccettivi ormonali e utilizzano la sigaretta elettronica. La ricerca è giunta alla conclusione che utilizzare la sigaretta elettronica insieme a un contraccettivo ormonale non aumenta il rischio di problemi cardiovascolari, al contrario delle sigarette di tabacco.
Abbondano poi gli studi “statistici”: quanti sono i vapers negli Stati Uniti, in Malesia, in Katar, in Francia e in ogni parte del globo. Cosa svapano, quanto, perché, in quali situazioni, cosa sanno della sigaretta elettronica, sono ex fumatori o no, a quale fascia di età appartengono. I cinquanta studi e ricerche svolti in questo inizio 2016 provengono da tutto il mondo e si vanno ad aggiungere ad una lunga lista di quasi mille che Aemsa (l’associazione dei produttori di liquidi americani) e E-Research Foundation hanno aggiornato al 31 marzo e reso disponibile online (pdf). Naturalmente non tutti gli studi hanno conclusioni favorevoli al vaping, anche perché spesso non si tiene conto che il termine di paragone dovrebbe essere il fumo di tabacco. La prima ricerca della lista è del 1947 e riguarda la tossicità del glicole propilenico.