L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Scienziati a Roma: “Ecco perché diciamo sì alla sigaretta elettronica”

Tutti i maggiori esperti, scienziati e ricercatori sulla sigaretta elettronica si sono dati appuntamento a Roma per spiegare alla politica e alla stampa le opportunità in materia di salute pubblica derivanti dall'utilizzo della sigaretta elettronica.

Si è svolto nella mattinata di martedì 20 settembre, presso la sala Iside dell’Hotel de La Minerve a Roma, il primo seminario di formazione a cura del comitato scientifico internazionale sulla sigaretta elettronica. Per la prima volta in Italia, dunque, illustri accademici e ricercatori hanno spiegato agli intervenuti l’importanza della sigaretta elettronica come strumento di riduzione dei danni da fumo. L’introduzione è spettata ad Andrea Morbelli, in rappresentanza di Open Gate Italia, società di consulenza e rapporti istituzionali di Anafe, assoproduttori del fumo elettronico, che ha diffuso i numeri del settore. “I consumatori stabili in Europa sono 7 milioni e mezzo di cui 2 milioni, secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, soltanto in Italia. Il giro d’affari sfiora quota mezzo milardo di euro“.
seminario1okL’incontro è entrato nel vivo con la relazione del professor Riccardo Polosa, coordinatore del comitato scientifico, deus ex machina di Liaf, la più importante organizzazione italiana di lotta al fumo: “I media, quando parlano di sigaretta elettronica, danno prevalentemente evidenza ai rischi. Il Comitato deve riuscire prima di tutto a porsi come riferimento autorevole per commentare e presentare in maniera asettica i dati che stanno emergendo dalla letteratura tradizionale. In secondo luogo dare indirizzi a linee di ricerca che abbiano precisa applicabilità nel pubblico e nella vita dei fumatori. A noi poco importa fare valutazioni su cellule in vitro o animali che non hanno alcun riscontro nella realtà, interessa invece esaminare e diffondere studi e analisi sul reale comportamento dele persone“.
Polosa ha quindi detto di aver consegnato nelle mani del Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin una lettera aperta, auspicando piena collaborazione sulle tematiche comuni. “Il contenuto – ha concluso Polosa – tornerà molto utile ai delegati del ministero che parteciperanno al summit sul tabacco che si svolgerà a novembre in India“.
Senza andare troppo lontano nel tempo, Polosa ha ricordato che soltanto negli ultimi due mesi sono state pubblicate importanti ricerche a cura di autorevoli centri di ricerche: da quello della Cochrane Review, sino a quello sulla mancanza di “memoria da vaping” del corpo umano.
L’intervento in videoconferenza del professor David Nutt (Neuropsicofarmacologia Università di Londra) ha posto l’accento sulle metodologie utilizzate nel fare ricerca: “Negli ultimi dieci anni abbiamo attuato una metodologia molto sofisticata per valutare i danni da fumo ma non è mai stata messa a punto in maniera univoca. Ad esempio, gli oppiacei e la nicotina possono avere ricadute differenti a seconda dello strumento utilizzato per la loro somministrazione. Ma certamente una cosa è fuori discussione: la sigaretta è il sistema più dannoso per somministrazione di nicotina perché la combustione causa seri problemi cardiovascolari. Buttare via una sigaretta uccide milioni di persone ma crea anche danni spesso irreparabili all’ambiente. Svapare è quaranta volte meno dannoso delle sigarette. Non c’è assunzione di cancerogeni, radioattività, tantomeno si aumenta livello di monossido di carbonio“.
munafoAnche Marcus Munafò ha dato il proprio contributo in videoconferenza: “La diffusione e lo sviluppo della tecnologia della sigaretta elettronica ci ha sorpresi. Stiamo cercando di capire come poterla utilizzare pr utilizzarla al meglio come strumento deterrente del fumo. In questi anni però la comunità scientifica è divisa: alcuni sono più cauti e pensano che l’ecig dovrebbe essere utilizzata dall’industria del tabacco anche per mantenere in auge la nicotina; noi vorremmo avere lo stesso obiettivo finale ma per aiutare la gente a smettere col tabacco. Chi vuole sconfiggere l’industria del tabacco vede una minaccia potenziale perché dà nuova linfa all’industria del fumo. Entrambi gli schieramenti hanno vantaggi e svantaggi. Dobbiamo ridurne il consumo ma non a scapito di chi utilizza sigaretta elettronica che invece aiuta la salute“.
schermata-09-2457652-alle-17-57-51L’intervento di Umberto Tirelli è stato molto diretto, è andato dritto al punto: “Il primo comandamento del nostro decalogo è molto semplice: non fumare. Chi comincia a fumare da giovanissimo accorcia la propria vita di circa dieci anni. E’ bene smettere di fumare, chi non ce la fa deve considerare la sigaretta elettronica: è meno cancerogena per mancanza della combustione e della carta“.
Presenza autorevole quella di Jacques Le Houezec, esperto in tabaccologia, punto di riferimento della comunità dei vapers francesi, che ha raccontato l’esperienza transalpina: “In Francia abbiamo costituito Sovape, un summit del vaping, e ogni anno ne organizzeremo uno. Bisogna attirare l’attenzione di media, politica e consumatori. Vogliamo condividere esperienze, il vaping su questo è molto più efficiente. Bisogna invogliare le persone a parlare e confrontarsi. Chi parla a favore dell’ecig in Francia rischia una multa di 100 mila euro. E purtroppo la legge è talmente flebile che chiunque può accusare chiunque. Noi abbiamo investito il sistema giudiziario e ci siamo opposti alla trasposizione della parte della normativa europea che vieta la promozione. In Francia è iniziata una campagna di sensibilizzazione all’uso di sigarette elettroniche sulla scorta di quanto avviene in Inghilterra. Do solo un dato che può servire a capire la dimensione della questione: in Francia un milione di persone ha smesso di fumare alla fine del 2014. E c’è ancora amplissimo margine“.
seminario3okAnche Konstantinos Farsalinos ha aderito all’iniziativa, in collegamento video: “E’ importante effettuare studi clinici su persone che hanno già patologie perché i risultati si vedono immediatamente, come ad esempio gli asmatici. I medici che sostengono che fumare sia meglio di usare ecig probabilmente hanno letto studi del tutto infondati. Noi lavoriamo e diffondiamo dati basati su evidenze verificate. Come ha già detto Riccardo Polosa, non servono test in vitro anzi, non sono utili e possono essere fuorvianti“.
Dagli Stati Uniti è arrivato il contributo di Sally Satel: “Il vaping è uno sviluppo molto importante per la salute pubblica per aiutare alcuni a ridurre o smettere di fumare sigarette perché il problema è la combustione. Le istituzioni britanniche appoggiano il vaping. Il rischio inerente il vaping non è minimamente paragonabile a quello del tabacco. In Inghilterra sono concentrati sui fumatori, sulla riduzione del consumo di tabacco; in Usa c’è invece maggiori enfasi sui giovani, sul fatto di non avvicinarli al fumo. Non mi sembra esserci un rischio per i giovani ma pare che questa tesi non sia ancora stata recepita“.
In conclusione si sono alternati Carlo Cipolla che ha spiegato i danni sul sistema cardiocircolatorio causati dal fumo di sigaretta (moltissimi e spesso irreparabili) rispetto a quelli della sigaretta elettronica (nessuno, come hanno dimostrato varie ricerche condotte proprio da medici cardiologi); Fabio Beatrice che ha spiegato l’importanza della comunicazione a tutti i livelli, dal bambino all’adulto, utilizzando con metodi professionali ed affidandosi ad esperti della comunicazione; Pasquale Caponnetto che ha evidenziato come occorra un ausilio anche psicologico per chi intende smettere di fumare: “La sensazione di un fumatore è che possa smettere quando vuole perché in realtà il suo vizio è dettato solo dal piacere di fumare. In realtà non è così. Occorre accompagnarlo nel percorso, anche suggerendogli strumenti alternativi e meno dannosi come la sigaretta elettronica“.
seminario4okAl seminario hanno partecipato anche Raffaela Bellot (Fare!) e Ignazio Abrignani (Ala), componenti dell’intergruppo parlamentare sulla sigaretta elettronica. Abrignani: “E’ fondamentale separare il concetto di sigaretta da quello della sigaretta elettronica. Purtroppo non si può cambiare nome adesso ma bisogna andare nella direzione di far capire che non si tratta della stessa cosa“. Bellot: “Tutti gli attori in campo devono unire le forze per far passare il concetto che la sigaretta elettronica è meno dannosa e porta a ridurre il rischio e la dipendenza da tabacco. E’ altresì importante porre al centro del ragionamento la persona, il fumatore, perché non c’è età o condizione sociale che tengano, il danno si manifesta in qualsiasi momento“. Unico assente giustificato per motivi di salute è stato il professor Umberto Veronesi, le cui posizioni a favore della sigaretta elettronica sono note già da tempo.

ry4_474x126_sigmagazine

Articoli correlati