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Sigarette elettroniche, rivenditori sanzionati per pubblicità ingannevole

Multa di 50mila dollari: secondo le autorità australiane è fuorviante dire che l'ecig non contiene le sostanze tossiche della sigaretta tradizionale.

di Barbara Mennitti

Tre rivenditori online australiani sono stati multati dal regolatore per la concorrenza per avere fatto affermazioni false e fuorvianti sui cancerogeni contenuti nei loro prodotti. Le tre aziende, The Joystick Company Pty Ltd, Social-Lites Pty Ltd and Elusion Australia Ltd, sono state sanzionate per aver infranto il codice del consumo australiano e dovranno pagare multe fra i 40 e i 50 mila dollari. Colpiti personalmente  – come si evince dalla sentenza contro Joystick Company Pty Ltd – anche i vertici aziendali, consapevolmente coinvolti, sanzionati con ammende fra i 10 e i 15 mila dollari.
Quello australiano è il primo caso al mondo che vede condannate le aziende del vaping per quella che da noi si chiama pubblicità ingannevole. Secondo l’accusa dalla Australian Competition and Consumer Commission (Accc) – l’equivalente della nostra Autorità garante della concorrenza e del mercato – sui siti dei tre rivenditori erano presenti dichiarazioni che facevano credere ai consumatori che non sarebbero stati esposti agli agenti tossici che si trovano nelle sigarette tradizionali.
Test commissionati dalla stessa commissione hanno rilevato, invece, la presenza di formaldeide, acetaldeide e acroleina, rispettivamente classificati dall’Oms come sostanza cancerogena, possibilmente cancerogeno e tossica. Delia Rickard (vicepresidente della Accc) sottolinea che le aziende, comprese quelle online, devono assicurarsi di fornire ai consumatori informazioni accurate e fare affermazioni fondate su basi concrete. “Questo è importante soprattutto – commenta – per i prodotti che possono causare danni alla salute dei consumatori”. Tutto questo è certamente ragionevole e produttori e rivenditori sono chiamati alla massima cautela. Resta però altrettanto certo il fatto che le sostanze dannose rilevate sono presenti nei prodotti del vaping in quantità drammaticamente minori rispetto alle sigarette tradizionali. Ma questo, purtroppo, non sembra fare molta differenza per le autorità australiane che, come abbiamo più volte documentato su questo giornale , hanno scelto un approccio proibizionista verso la sigaretta elettronica.

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