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Mancini (Anafe): “No tasse su sigarette elettroniche, ce lo chiede l’Europa”

Il presidente dell'associazione confindustriale commenta la decisione dell'Unione di far slittare l'applicazione dell'imposta unica europea.

È proprio il caso di dire «no alle tasse sulle sigarette elettroniche. Ce lo chiede l’Europa!». D’altra parte, finora tutti i bocconi amari sottoposti agli italiani, sia in termini di più tasse che di austerity, sono stati in qualche modo giustificati in quanto misure necessarie per rispettare vincoli e impegni assunti dal nostro Paese a Bruxelles. Se adesso dall’Europa arriva un’indicazione che scarta, per il momento, l’eventualità di proporre una tassazione sulle sigarette elettroniche, sarebbe quantomeno opportuno che le istituzioni italiane, e in particolare il prossimo Governo, prendano in considerazione e facciano tesoro di quanto affermato dalla Commissione Ue”.
È quanto dichiara Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria, in merito a quanto indicato dalla Commissione Ue in materia di tassazione delle sigarette elettroniche.
Al di là dell’ironia, l’indicazione della Commissione Europa conferma quanto più volte Anafe ha sottolineato. E cioè che l’Italia è l’unica delle «grandi» economie dell’area Euro a prevedere una tassazione sul fumo elettronico. Così, mentre nel Regno Unito le istituzioni lanciano campagne per la promozione delle e-cig in quanto prodotto del rischio ridotto, e Francia, Germania e Spagna si tengono alla larga da un’eventuale tassazione, il nostro Paese è l’unico tra i «grandi» a comparire nella lista dei soli 9 membri su 28 ad assoggettare a tassazione questo settore. Un ambito economico che – conclude Mancini – con centinaia di aziende e migliaia di lavoratori, rappresenta non solo un’opportunità di sviluppo e occupazione qualificata, ma una reale opportunità per la riduzione del rischio, la lotta al tabagismo e alle malattie ad esso correlate”.

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