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Quella E che fa la differenza

I circuiti interni sono il cuore di ogni dispositivo elettronico e caratterizzano le performances dei prodotti, nel bene e nel male.

(tratto da Sigmagazine bimestrale #5 novembre-dicembre 2017)

A volte, dietro le parole che usiamo quotidianamente, si nasconde un mondo di tecnologia e complessità. Come ormai il marketing e la cultura di massa hanno insegnato, i dispositivi dedicati al vaping vengono colloquialmente denominati “sigaretta elettronica” o “ecig”, con quella “e” iniziale che in tanti altri termini dell’ambito hi-tech fa le veci di “electronic”. Forse non ci si fa nemmeno più caso tanto si è abituati a parlarne ma c’è una sottile, eppur fondamentale differenza tra elettrico ed elettronico.
Stando alle definizioni più accademiche, ciò che cambia è l’intensità delle correnti in gioco e la loro frequenza, ma all’atto pratico quel che più concretamente differisce è la possibilità di elaborare e manipolare il flusso di cariche. In parole più semplici, nell’elettronica è possibile “dire” al dispositivo cosa fare, mentre al suo interno avviene una qualche forma di gestione del funzionamento, che non si limiti ovviamente al solo tasto di accensione e spegnimento. A volte l’interazione viene operata dall’utente finale, altre volte viene gestita dal costruttore che immetterà sul mercato un prodotto finito, sul quale non è possibile effettuare modifiche di alcun genere.
Tutte le operazioni di gestione interna, che rendono un dispositivo elettronico tale, sono effettuate da un circuito, che soprattutto nel vaping gioca un ruolo cruciale. Se oggi abbiamo ecig dotate di funzionalità evolute, che spesso si traducono in una migliore esperienza per il consumatore, è principalmente per merito dell’elettronica con cui le moderne box vengono equipaggiate. La prima e più importante caratteristica di un circuito in una sigaretta elettronica è la possibilità di regolare la potenza.
Inizialmente il mercato si è orientato sulla regolazione dei soli volt in uscita, realizzata grazie ai convertitori “buck boost”, per poi passare entro breve alla regolazione dei watt, più comoda per l’utente. Questa è una delle manipolazioni prima citate, che la scienza dell’elettronica permette di avere. Il valore di watt che viene visualizzato sullo schermo delle ecig non è infatti un valore misurato, ma è semmai un punto di partenza con cui il processore interno calcola i volt da inviare all’atomizzatore, per ottenere quella potenza richiesta. È un esempio tra i tanti, ma dà un ordine di grandezza di quanto il circuito possa incidere sull’utilizzo finale del dispositivo, che per il consumatore si traduce in una differente boccata, più o meno corposa, più o meno appagante.
Lo stesso discorso vale per il valore di carica della batteria, il controllo della temperatura, l’orologio sullo schermo, i diversi menu navigabili tramite tasti o joystick, così come le protezioni e gli avvisi se la resistenza è in cortocircuito, in caso di batterie non abbastanza performanti o inserite in modo errato, per finire con le caratteristiche più nuove, come la connettività bluetooth verso lo smartphone, la possibilità di collegare la box al computer per poter programmare il tipo di erogazione, personalizzare lo sfondo del display e via dicendo. Tutte le funzioni che in qualche modo risultano “moderne”, o “tecnologiche”, hanno quindi un compartimento elettronico dedicato che permette di ottenerle, in contrapposizione ai dispositivi cosiddetti “meccanici”, che più propriamente andrebbero definiti “elettrici” e che infatti non modificano né elaborano la corrente. La conseguenza di tutto ciò è che ogni circuito ha un suo ben preciso modo di operare, arrivando a incidere anche sulle note aromatiche che l’atomizzatore produrrà. I circuiti non sono quindi tutti uguali, e anzi, nella scelta di un dispositivo potrebbero giocare un ruolo cruciale, a seconda del palato dell’acquirente.
Concentrandosi sui circuiti top di gamma attualmente disponibili, la scelta ricade sicuramente sul trio composto da Evolv, YiHi e Dicodes. Ogni brand ha dato un proprio “stile” all’elaborazione del segnale elettrico e, a contorno di ciò, vi sono le diverse funzioni che caratterizzano ogni marchio. Senza addentrarsi in considerazioni che rischiano di sfumare nel soggettivo e attenendosi agli aspetti più prettamente tecnici, si può ritenere il DNA di Evolv un emblema della morbidezza di erogazione e dell’accuratezza in controllo di temperatura, che offre al contempo l’innovativa caratteristica dell’interfacciamento con il pc a un livello mai visto prima nel mondo del vaping.
YiHi, con la serie SX, ha risposto offrendo un tipo di prodotto configurabile senza la necessità di un computer, puntando invece sulla personalizzazione dell’erogazione, permettendo comunque una gestione della temperatura di alto livello. Nel suo ultimo chip ha implementato la connettività Bluetooth verso lo smartphone, spostando quindi il concetto di “collegamento informatico” dal pc al telefono. Dicodes ha infine voluto puntare sulla precisione e ridotte dimensioni del circuito, inserendosi tra gli altri due concorrenti e strizzando comunque l’occhio alla piacevolezza dell’erogazione, senza trascurare l’accuratezza nel regolare i watt e nel rispettare i limiti di temperatura che l’utente impone. Ovviamente il mercato non si limita a questi grossi brand del settore, che hanno però il merito di aver introdotto negli anni le caratteristiche tecniche che ora possiamo trovare in tanti dispositivi di ogni fascia prezzo, contribuendo sicuramente a scrivere una parte di storia della sigaretta elettronica.

 

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