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Le parole sono importanti. Le classificazioni lo sono ancora di più, soprattutto quando si parla di politica e di scienza. Lo sottolinea il professore Marcus Munafò dell’Università di Bristol, nome noto nel mondo del vaping, nel recente editoriale della rivista specializzata Nicotine & Tobacco Research, da lui diretta. “Le sigarette elettroniche sono prodotti del tabacco?”, si intitola l’editoriale, e devono essere classificate come tali?, chiede il direttore. “Nel 2014 – scrive Munafò – la Food and Drug Administration ha deciso che lo sono e noi riceviamo costantemente ricerche che descrivono le ecig come prodotti del tabacco”. Questa classificazione – spiega l’autore – è tipicamente americana ed è mutuata dalla regolamentazione, più che dalla scienza.
“Alcuni Paesi – si legge nell’editoriale – includono le sigarette elettroniche nella regolamentazione dei prodotti del tabacco. Altri no”. E anche in Europa, sebbene alcuni elementi normativi siano incorporati nella Tpd, le ecig di per sé non sono definite prodotti del tabacco. ”Se tutti i prodotti contenenti nicotina derivata dal tabacco dovessero essere internazionalmente classificati come ‘prodotti del tabacco’, – sostiene l’autore – allora dovrebbero esserlo anche le terapie sostitutive a base di nicotina e chiaramente non lo sono”.
Può sembrare un ragionamento di lana caprina, ma non lo è affatto. “Per una rivista scientifica – precisa Munafò – le definizioni sono importanti e la normativa legale di un singolo Paese non rappresenta una base solida per stabilire la validità di una certa definizione”. Quindi da oggi Nicotine & Tobacco Research prende una posizione netta. Il termine “prodotti del tabacco” va riservato a quelli che contengono tabacco (e non nicotina da esso estratta). Anche le definizioni “prodotti contenenti nicotina” e “Ends” (sistemi elettronici di somministrazione di nicotina) non sono del tutto adeguati, perché i vaporizzatori personali possono essere utilizzati anche con liquidi che senza nicotina.
Dunque Munafò suggerisce l’approccio più semplice e più chiaro. Si parlerà di “sigarette” e di “sigarette elettroniche”, senza riferimenti a categorie più ampie. “Il principio guida – chiosa – è che la terminologia usata debba essere chiara, non ambigua e scientificamente appropriata”. E definire le sigarette elettroniche come prodotti del tabacco non è nessuna di queste cose.