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Munafo: “Ecig è enorme conquista per la salute pubblica”

Il professore dell'Università di Bristol non ha dubbi: "Non limitare l’accesso alle sigarette elettroniche o esagerarne i danni potenziali. Farlo ci precluderebbe una delle più grandi opportunità di miglioramento della salute pubblica degli ultimi cinquant’anni”.

Professore di psicologia biologica all’Università di Bristol, Marcus Munafo ha partecipato ad una ricerca che evidenziava come l’areosol delle sigarette elettroniche non causasse alcuno stress alle cellule endoteliali delle arterie coronarie. Un risultato importante e incoraggiante, considerato che i danni causati alle stesse cellule dal fumo di sigaretta sono invece noti e spesso causa di malattie mortali. Ed è forse per dare maggiore evidenza alle sue scoperte che il professor Munafo ha ritenuto di intervenire in prima persona con un articolo su The Conversation per affermare che no, svapare non è come fumare, non comporta gli stessi rischi e potrebbe anzi avere un effetto enorme sulla salute pubblica.

Dopo aver ricordato che in tutto il mondo il fumo uccide ancora circa 6 milioni di persone all’anno, nonostante tutte le politiche e gli sforzi tesi a ridurlo, Munafo arriva alla sigaretta elettronica, alla cultura che vi è nata intorno e al suo successo inaspettato. Così inaspettato da aver colto impreparati tanto la comunità scientifica quanto l’industria del tabacco, che ora si affannano per stare al passo con una tecnologia e una comunità in rapida e continua evoluzione. La mancanza di informazioni scientifiche e di ricerche a lungo termine sugli effetti della sigaretta elettronica è un dato di fatto. Ma, scrive Munafo, “niente è completamente esente da rischio e il numero molto ridotto di agenti chimici presenti nel vapore di ecigarette rispetto al fumo di tabacco indicano che possiamo essere certi che svapare è molto, molto meno dannoso che fumare”.

munafo2La ricerca condotta dall’Università di Bristol sulle arterie coronarie, scrive Munafo, “suggerisce che i fumatori potrebbero ridurre i danni immediati legati al tabacco passando alle sigarette elettroniche”. Un altro argomento che divide la comunità scientifica è che le sigarette elettroniche contengono nicotina, dunque non aiuterebbero a liberarsi dalla dipendenza. “Molte persone – commenta il professore – non riescono a fare niente senza il primo caffè mattutino, ma nessuno chiede di chiudere o di regolamentare i bar. La nicotina – continua – crea dipendenza, ma molto meno se assunta da sola che non associata al tabacco, dove altre sostanze chimiche ne potenziano l’effetto. Alle dosi assunte dai vapers – conclude – è probabile che il danno sia minimo”.

E se anche dovessimo ritrovarci con una quantità di persone che assumono nicotina a lungo termine attraverso le sigarette elettroniche, tutte i dati disponibili al momento dimostrano che si tratterebbe quasi esclusivamente di ex fumatori: “Sarebbe un enorme conquista per la salute pubblica”. Munafo conclude il suo intervento con un monito ai legislatori e ai suoi colleghi: “Dobbiamo stare attenti a non limitare l’accesso alle sigarette elettroniche per i fumatori o esagerarne i danni potenziali, se questo scoraggerà le persone a passare dal fumo al vaping. Farlo ci precluderebbe una delle più grandi opportunità di miglioramento della salute pubblica degli ultimi cinquant’anni”.

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